E’ giallo sulla relazione conclusiva della Commissione Consigliare d’inchiesta, che entro il 31 gennaio deve chiudere i propri lavori e produrre, appunto, la relazione finale.
Nel tardo pomeriggio, un documento, che almeno nel titolo si presenta proprio come le conclusioni della commissione, arriva per errore alle redazioni giornalistiche. Subito si scatena un putiferio e si parla di violazione del segreto istruttorio.
Cade dalle nuvole il Presidente della Commissione, Massimo Rossini, che si dice assolutamente indignato ed irritato per il gran clamore che sta montando e getta acqua sul fuoco. “Qualunque cosa stia circolando – ci dichiara in una conversazione telefonica – non è la relazione della commissione che presiedo. Ho ricevuto l’incarico di iniziare la stesura del documento – spiega Rossini – solo nel pomeriggio di oggi e allo stato attuale ho solo una serie di appunti che devono essere messi in ordine. I miei appunti – aggiunge – riguardano la cronologia dei fatti, l’attività della commissione e la cronologia dell’attività della commissione; non so cosa contenga quel documento, ma sono assolutamente certo che non abbia nulla a che fare con quello che dovrà essere redatto.
Immediata la reazione del cosiddetto polo dei moderati. A firma dei consiglieri Augusto Casali, Romeo Morri e Marco Arzilli arriva una nota congiunta, nella quale dichiarano di essere venuti a conoscenza che dall’indirizzo di posta elettronica dell’avvocato Alvaro Selva, probabilmente – scrivono – inavvertitamente, è stata diramata alle varie redazioni un documento intitolato “Relazione conclusiva della commissione consigliare d’inchiesta su presunti comportamenti riguardanti l’apertura di una casa da gioco a San Marino".
"Incredibilmente – sostengono nel loro comunicato Popolari, Noi Sammarinesi e Nuovo Partito Socialista – il maggior indiziato, il cui nome appare sui documenti e già sentito tre volte dalla commissione d’inchiesta, sembra aver redatto tale relazione, naturalmente assolutoria. Il fatto – proseguono – è di una gravità inaudita. Ci ripromettiamo – concludono – di rendere edotti tutti i membri di opposizione e di porre in essere tutte le iniziative per salvaguardare la credibilità delle istituzioni".
Nel tardo pomeriggio, un documento, che almeno nel titolo si presenta proprio come le conclusioni della commissione, arriva per errore alle redazioni giornalistiche. Subito si scatena un putiferio e si parla di violazione del segreto istruttorio.
Cade dalle nuvole il Presidente della Commissione, Massimo Rossini, che si dice assolutamente indignato ed irritato per il gran clamore che sta montando e getta acqua sul fuoco. “Qualunque cosa stia circolando – ci dichiara in una conversazione telefonica – non è la relazione della commissione che presiedo. Ho ricevuto l’incarico di iniziare la stesura del documento – spiega Rossini – solo nel pomeriggio di oggi e allo stato attuale ho solo una serie di appunti che devono essere messi in ordine. I miei appunti – aggiunge – riguardano la cronologia dei fatti, l’attività della commissione e la cronologia dell’attività della commissione; non so cosa contenga quel documento, ma sono assolutamente certo che non abbia nulla a che fare con quello che dovrà essere redatto.
Immediata la reazione del cosiddetto polo dei moderati. A firma dei consiglieri Augusto Casali, Romeo Morri e Marco Arzilli arriva una nota congiunta, nella quale dichiarano di essere venuti a conoscenza che dall’indirizzo di posta elettronica dell’avvocato Alvaro Selva, probabilmente – scrivono – inavvertitamente, è stata diramata alle varie redazioni un documento intitolato “Relazione conclusiva della commissione consigliare d’inchiesta su presunti comportamenti riguardanti l’apertura di una casa da gioco a San Marino".
"Incredibilmente – sostengono nel loro comunicato Popolari, Noi Sammarinesi e Nuovo Partito Socialista – il maggior indiziato, il cui nome appare sui documenti e già sentito tre volte dalla commissione d’inchiesta, sembra aver redatto tale relazione, naturalmente assolutoria. Il fatto – proseguono – è di una gravità inaudita. Ci ripromettiamo – concludono – di rendere edotti tutti i membri di opposizione e di porre in essere tutte le iniziative per salvaguardare la credibilità delle istituzioni".
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