Una riunione congiunta, più che mai attesa dal Titano. Le Commissioni Antimafia italiana e sammarinese - l'una con poteri d'inchiesta, l'altra con funzioni di analisi, monitoraggio e vigilanza sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose – tracciano la strada per una collaborazione bilaterale su temi che richiedono unità di intenti, risorse, competenze. Si è stabilito in primis di dare seguito ad ulteriori momenti di confronto: per approfondire la conoscenza e le modalità di intervento nei due territori e, per quanto riguarda San Marino, fare tesoro dell'esperienza italiana per studiare in sinergia ulteriori normative di contrasto alla criminalità organizzata. Allo stesso modo è impegno comune quello di intraprendere iniziative di sensibilizzazione e prevenzione nei rispettivi Paesi per lanciare un messaggio di legalità a tutti i livelli (istituzionale, scolastico, imprenditoriale); infine, occorre impostare la cooperazione insieme alle competenti organizzazioni internazionali e regionali nel promuovere e sviluppare le misure più idonee di lotta alle organizzazioni che si trovassero a compiere reati interconnessi tra i due Stati, che da tempo collaborano attraverso la magistratura e le forze di polizia. San Marino – sostiene Rosy Bindi – ha compiuto passi significativi dotandosi di un adeguato impianto normativo, in linea con quello italiano, su vari ambiti. Ma oltre a buone leggi – sottolinea – serve una volontà politica forte e determinata. Questo il presupposto per creare barriere a quelle operazioni molto praticate come il riciclaggio di denaro, ormai la specificità delle mafie di oggi. E' chiaro - osserva – che le leggi della trasparenza hanno un costo per la collettività, ma il ritorno - rimarca – è in democrazia, libertà e giustizia”. Si è discusso poi di intercettazioni: uno strumento estremamente efficace per l'Italia nella lotta alla mafia, che però San Marino ancora non utilizza, ma ci è stato detto – fa sapere la Bindi - che anche voi vi state attrezzando”. Un accenno infine al Processo Conto Mazzini, al cui esito l'Italia guarda con interesse. “Leggeremo volentieri gli atti – assicura la Presidente della Commissione Antimafia italiana – sarà per noi un elemento di conoscenza in più. Ma sarà importante che anche la comunità sammarinese – aggiunge - si guardi in faccia con questo processo”.
In mattinata dalla Reggenza lo stesso richiamo all'impegno per una battaglia di civiltà: “Proprio dalle istituzioni – concordano i Capi di Stato – deve partire l'impulso decisivo per opporre la più efficace azione di contrasto a infiltrazioni malavitose che non solo alterano l'economia ma procurano effetti dirompenti sul piano della legalità e dell'esercizio stesso della sovranità”.
Queste le interviste a Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, e a Federico Pedini Amati, Presidente della Commissione consiliare per il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata.
sp
In mattinata dalla Reggenza lo stesso richiamo all'impegno per una battaglia di civiltà: “Proprio dalle istituzioni – concordano i Capi di Stato – deve partire l'impulso decisivo per opporre la più efficace azione di contrasto a infiltrazioni malavitose che non solo alterano l'economia ma procurano effetti dirompenti sul piano della legalità e dell'esercizio stesso della sovranità”.
Queste le interviste a Rosy Bindi, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, e a Federico Pedini Amati, Presidente della Commissione consiliare per il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata.
sp
Riproduzione riservata ©