“Io non sono nato segretario. Ho dovuto impararlo giorno per giorno”. Ripercorre i suoi esordi di tre anni fa, Marco Gatti aprendo la relazione al 19° congresso PDCS incentrato sul tema del FARE. E ricorda in quell’occasione di essere stato considerato forse semplicemente il più adatto a gestire una situazione molto complessa, passando anche attraverso errori di inesperienza, ma sempre con l’obiettivo di fare squadra, a dispetto delle logiche di non lealtà con cui poi si sarebbe scontrato. Lavoro di squadra – sottolinea – che ha portato il Partito ad affermarsi come prima forza politica alle elezioni del 2012, contro ogni pronostico e con il coraggio di avere messo in lista facce nuove. Da allora – ricorda – abbiamo tracciato un nuovo modo di fare politica. Un pensiero lo rivolge anche agli alleati: l’importante – dice – è la lealtà dentro la coalizione. Anche se non è semplice: le resistenze imposte dai particolarismi partitici e dagli interessi affaristici sono forti.
Per governare oggi, dunque, bisogna essere leali e autorevoli. La lealtà per Gatti comincia da dentro il PDCS. Non è che demolendo la mia immagine cambi qualcosa - dice. Il processo di trasparenza e rinnovamento dentro il partito è in fase avanzata. E lui si sente in questo di aver fatto la sua parte, di aver cominciato un lavoro che vorrebbe finire.
L’importante è il rapporto di scambio continuo con la base, la comunicazione chiara, puntuale e veloce coi cittadini: “Dobbiamo far passare un dato culturale nuovo: ogni cittadino è responsabile del futuro di San Marino”. Quindi spazio ad una dialettica di partito anche forte purché leale , ma d’ora in poi – rimarca – TOLLERANZA ZERO verso tutti coloro che oltrepassano i limiti dell’onestà e della diffamazione. Un appello anche alla partecipazione dei giovani, che “abbiamo - conferma - ma ne vogliamo di più”. Una precisazione, infine, sulla ricandidatura alla segreteria. Al di là del clima di intimidazione nei suoi confronti, una scelta maturata dopo attente valutazioni con gli amici di partito, gli alleati, la famiglia. Nel video l'intervista a Marco Gatti, segretario uscente PDCS
Silvia Pelliccioni
Per governare oggi, dunque, bisogna essere leali e autorevoli. La lealtà per Gatti comincia da dentro il PDCS. Non è che demolendo la mia immagine cambi qualcosa - dice. Il processo di trasparenza e rinnovamento dentro il partito è in fase avanzata. E lui si sente in questo di aver fatto la sua parte, di aver cominciato un lavoro che vorrebbe finire.
L’importante è il rapporto di scambio continuo con la base, la comunicazione chiara, puntuale e veloce coi cittadini: “Dobbiamo far passare un dato culturale nuovo: ogni cittadino è responsabile del futuro di San Marino”. Quindi spazio ad una dialettica di partito anche forte purché leale , ma d’ora in poi – rimarca – TOLLERANZA ZERO verso tutti coloro che oltrepassano i limiti dell’onestà e della diffamazione. Un appello anche alla partecipazione dei giovani, che “abbiamo - conferma - ma ne vogliamo di più”. Una precisazione, infine, sulla ricandidatura alla segreteria. Al di là del clima di intimidazione nei suoi confronti, una scelta maturata dopo attente valutazioni con gli amici di partito, gli alleati, la famiglia. Nel video l'intervista a Marco Gatti, segretario uscente PDCS
Silvia Pelliccioni
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