Le opposizioni sono di nuovo pronte a dare battaglia. Dim lo farà fuori dall'Aula contro una convocazione ad agosto “di cui – sostiene – non c'era urgenza”.
Tutta la minoranza concorda, tanto che anche Dc, Psd e Ps stanno valutando se disertare. Domani scioglieranno le riserve. “Per i temi trattati è un Consiglio ordinario, non straordinario”, commenta il Segretario del Pdcs. “Si poteva rimandare – dice Venturini - rispettando l'accordo con il sindacato e ascoltando le forze di opposizione”.
“È la prima volta che partiti tradizionali ipotizzano una protesta di questa natura – fa presente Alessandro Mancini - segno che mai come oggi il rapporto tra maggioranza ed opposizione è stato così distante”.
“E' poco dignitoso arrivare in Consiglio in queste condizioni”, gli fa eco Dalibor Riccardi.
In Aula ci sarà l'assestamento di bilancio e la ratifica del Decreto 87, in sostituzione del tanto contestato 79, senza la parte su Fondiss e il cui inserimento all'ordine del giorno non è stato digerito dai sindacati. Dunque c'è la possibilità che la maggioranza si ritrovi sola in Aula, con i banchi dell'opposizione vuoti.
Scelta che secondo il capogruppo di SSD parte da un'analisi diversa: “noi – dice - abbiamo la percezione della gravità delle situazioni, loro ritengono che ci si trovi in un momento ordinario”. Morganti ricorda che la rilevanza delle problematiche giustifica un Consiglio non programmato, “proprio per dare le risposte che il paese si aspetta e necessarie per risolvere le crisi nei tempi più rapidi”.
Il coordinatore di Civico 10 prende atto dell'assenza di Dim e auspica che gli altri partiti siano presenti, in forza della loro tradizione democratica. Sulla mancanza di confronto “è chiaro – dice Luca Boschi - che certe posizioni siano difficilmente conciliabili”. Ma non tutto è perduto. Civico 10 – spiega - ha avviato un dialogo con quella parte di opposizione più pronta all'ascolto. Ricorda l'odg di giugno sulla revisione dello Statuto di Banca Centrale: “può essere quello – afferma – il punto da cui ripartire”. Non abbiamo mai nascosto – aggiunge – le storture e l'assenza di confronto con le istituzioni, “a cui però non si risponde – afferma - tagliando teste, ma rivedendo il regolamento, garantendo autonomia ma anche accountability”. Insomma, ci si aspetta una rendicontazione da Bcsm, ricordando che le linee di indirizzo deve darle la politica. “Banca Centrale - rimarca Boschi - non è un potere e la revisione dello statuto deve avvenire con la più ampia maggioranza”.
MF
Tutta la minoranza concorda, tanto che anche Dc, Psd e Ps stanno valutando se disertare. Domani scioglieranno le riserve. “Per i temi trattati è un Consiglio ordinario, non straordinario”, commenta il Segretario del Pdcs. “Si poteva rimandare – dice Venturini - rispettando l'accordo con il sindacato e ascoltando le forze di opposizione”.
“È la prima volta che partiti tradizionali ipotizzano una protesta di questa natura – fa presente Alessandro Mancini - segno che mai come oggi il rapporto tra maggioranza ed opposizione è stato così distante”.
“E' poco dignitoso arrivare in Consiglio in queste condizioni”, gli fa eco Dalibor Riccardi.
In Aula ci sarà l'assestamento di bilancio e la ratifica del Decreto 87, in sostituzione del tanto contestato 79, senza la parte su Fondiss e il cui inserimento all'ordine del giorno non è stato digerito dai sindacati. Dunque c'è la possibilità che la maggioranza si ritrovi sola in Aula, con i banchi dell'opposizione vuoti.
Scelta che secondo il capogruppo di SSD parte da un'analisi diversa: “noi – dice - abbiamo la percezione della gravità delle situazioni, loro ritengono che ci si trovi in un momento ordinario”. Morganti ricorda che la rilevanza delle problematiche giustifica un Consiglio non programmato, “proprio per dare le risposte che il paese si aspetta e necessarie per risolvere le crisi nei tempi più rapidi”.
Il coordinatore di Civico 10 prende atto dell'assenza di Dim e auspica che gli altri partiti siano presenti, in forza della loro tradizione democratica. Sulla mancanza di confronto “è chiaro – dice Luca Boschi - che certe posizioni siano difficilmente conciliabili”. Ma non tutto è perduto. Civico 10 – spiega - ha avviato un dialogo con quella parte di opposizione più pronta all'ascolto. Ricorda l'odg di giugno sulla revisione dello Statuto di Banca Centrale: “può essere quello – afferma – il punto da cui ripartire”. Non abbiamo mai nascosto – aggiunge – le storture e l'assenza di confronto con le istituzioni, “a cui però non si risponde – afferma - tagliando teste, ma rivedendo il regolamento, garantendo autonomia ma anche accountability”. Insomma, ci si aspetta una rendicontazione da Bcsm, ricordando che le linee di indirizzo deve darle la politica. “Banca Centrale - rimarca Boschi - non è un potere e la revisione dello statuto deve avvenire con la più ampia maggioranza”.
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