Le “norme in materia di mobilità sostenibile” diventano legge con 31 voti a favore e 12 contrari. Incentivano l'utilizzo di veicoli con un basso impatto ambientale, dando seguito agli impegni nella Conferenza di Parigi. Si vuole adeguare il parco macchine pubblico a principi di sostenibilità e incentivare i cittadini all'acquisto con riduzioni della monofase del 99% per i veicoli alimentati ad idrogeno, dell'80% per quelli puramente elettrici e del 30% per l’acquisto di stazioni di ricarica presso immobili di civile abitazione. Un primo passo che unisce tutta l'Aula. Nella relazione di maggioranza si registra il clima positivo in Commissione, in particolare con il rappresentante di Rete. Si arriva al voto con una relazione unica. In sede referente c'è stato un dibattito costruttivo – aggiunge Simone Celli, che segnala come dato politico e culturale l'impegno del governo ad incentivare l'economia verde. La minoranza ne condivide la ratio ma con qualche appunto. Rete parla di legge spot. “Serviva un approccio di sistema”, dice Devide Forcellini.“E' un passo avanti – riconosce Teodoro Lonfernini - ma non sufficiente. E le aziende pubbliche, in merito alla mobilità green, devono fare subito la loro parte rinunciando immediatamente ad alcuni automezzi”. Per il Psd si poteva fare di più e meglio. Gian Carlo Capicchioni parla di calcoli strani sugli sgravi, chiede come siano scaturiti. Sul rinnovo del parco macchine era opportuno – dice - indicare tempi di attuazione. Alessandro Cardelli attacca invece con forza il pdl. “Nessuno dice che l'articolo 5 è per fare cassa: alza di un punto percentuale la monofase per le aziende che vogliono acquistare auto come bene strumentale”.
“Il capogruppo della dc – gli risponde Tony Margiotta - deve confrontarsi con i propri membri in commissione perché emendamenti legati alle sue proposte non sono arrivati”.
“San Marino è in ritardo, in altri Paesi la mobilità sostenibile è introdotta da tempo”, fa notare Nicola Selva. Nell'opposizione c'è però chi teme che sia un azzardo non incentivare le auto ibride, in crescita costante contro il calo di quelle elettriche, molto più care. Le indicazioni del mercato sono chiare – ammette Jader Tosi - ma è una legge che fa diventare San Marino un laboratorio di nuove tecnologie. “E' coraggiosa e con visione di prospettiva” - dice Luca Santolini. E' vero, l'idrogeno è tecnologia ancora non pienamente fruibile ma con potenzialità enormi e futuro certo. San Marino si pone come territorio test per le aziende. C'è una partnership in via di sviluppo con la Toyota.” La scelta di escludere l'ibrido – spiega Podeschi – è dovuta anche dalle diverse tipologie sul mercato e al fatto che ci sono automezzi ibridi venuti quasi al prezzo di quelli a gasolio, “per lo Stato significava una perdita secca di gettito fiscale. Nell'idrogeno c'è anche la prospettiva della mobilità urbana, quindi dei trasporti pubblici. E' una scelta che guarda al futuro”.
Così come guarda al futuro anche la legge dei semi, progetto di iniziativa popolare, di cui Rete è stato promotore fin dall'inizio. “Ci mette in condizione di tutelare l'ambiente e la biodiversità”, dice Augusto Michelotti. “C'è la possibilità oggettiva di generare nuovi modelli di economia”, aggiunge Morganti. Il clima è positivo, con maggioranza ed opposizione unite in difesa di biodiversità e salute. Gian Carlo Venturini ricorda però che l'Ufficio Marchi e Brevetti ha segnalato difficoltà applicative, si dice rammaricato che il pdl non sia stato inviato tempestivamente agli Uffici preposti. La maggioranza chiede l'abrogazione dell'articolo contestato, che tutela il vivente dalla brevettabilità, per conflitto con trattati internazionali. Rete non ci sta. “Così – mette in guardia Ciavatta -si mette in discussione l'intero impianto della legge”. “Non se ne stravolge lo spirito” – risponde la maggioranza che non vuole andare contro normative europee. “Condividevo il principio - spiega Michelotti – che però è già previsto nella legge marchi e brevetti”. L'articolo è bocciato tra le proteste di Rete. La legge passa con 29 voti.
MF
“Il capogruppo della dc – gli risponde Tony Margiotta - deve confrontarsi con i propri membri in commissione perché emendamenti legati alle sue proposte non sono arrivati”.
“San Marino è in ritardo, in altri Paesi la mobilità sostenibile è introdotta da tempo”, fa notare Nicola Selva. Nell'opposizione c'è però chi teme che sia un azzardo non incentivare le auto ibride, in crescita costante contro il calo di quelle elettriche, molto più care. Le indicazioni del mercato sono chiare – ammette Jader Tosi - ma è una legge che fa diventare San Marino un laboratorio di nuove tecnologie. “E' coraggiosa e con visione di prospettiva” - dice Luca Santolini. E' vero, l'idrogeno è tecnologia ancora non pienamente fruibile ma con potenzialità enormi e futuro certo. San Marino si pone come territorio test per le aziende. C'è una partnership in via di sviluppo con la Toyota.” La scelta di escludere l'ibrido – spiega Podeschi – è dovuta anche dalle diverse tipologie sul mercato e al fatto che ci sono automezzi ibridi venuti quasi al prezzo di quelli a gasolio, “per lo Stato significava una perdita secca di gettito fiscale. Nell'idrogeno c'è anche la prospettiva della mobilità urbana, quindi dei trasporti pubblici. E' una scelta che guarda al futuro”.
Così come guarda al futuro anche la legge dei semi, progetto di iniziativa popolare, di cui Rete è stato promotore fin dall'inizio. “Ci mette in condizione di tutelare l'ambiente e la biodiversità”, dice Augusto Michelotti. “C'è la possibilità oggettiva di generare nuovi modelli di economia”, aggiunge Morganti. Il clima è positivo, con maggioranza ed opposizione unite in difesa di biodiversità e salute. Gian Carlo Venturini ricorda però che l'Ufficio Marchi e Brevetti ha segnalato difficoltà applicative, si dice rammaricato che il pdl non sia stato inviato tempestivamente agli Uffici preposti. La maggioranza chiede l'abrogazione dell'articolo contestato, che tutela il vivente dalla brevettabilità, per conflitto con trattati internazionali. Rete non ci sta. “Così – mette in guardia Ciavatta -si mette in discussione l'intero impianto della legge”. “Non se ne stravolge lo spirito” – risponde la maggioranza che non vuole andare contro normative europee. “Condividevo il principio - spiega Michelotti – che però è già previsto nella legge marchi e brevetti”. L'articolo è bocciato tra le proteste di Rete. La legge passa con 29 voti.
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