Il Consiglio parte con un'ora di ritardo, dopo l'incontro fra il Segretario alle Finanze e tutti i capigruppo consiliari, per fare il punto della situazione sul Cis alla luce dell'amministrazione straordinaria voluta da Banca Centrale. Quando riprendono i lavori si torna a parlare di banche, con il dibattito su Asset. Giovanna Cecchetti critica Eva Guidi per il suo riferimento “ da scolaretta, politicamente irrilevante” e giudica imbarazzante e provocatorio l'intervento di Celli subito dopo il segretario alle Finanze, da cui si aspettava una presa di distanze chiara e netta dal suo predecessore. L'opposizione insiste sulle responsabilità politiche. Iro Belluzzi parla di due anni di ordinaria follia, con un piano politico premeditato e precostituito, volto a colpire presunti poteri per favorirne altri.
Un gruppo di potere che oggi – fa presente - non ha più tanta forza visto quello che sta succedendo in queste ore in un altro istituto bancario. Alessandro Mancini non entra nelle sentenze, “parlano da sole” ma fa un passo indietro fino alla primavera del 2016, al Governo dc/ap che scricchiolava – dice - proprio sul sistema bancario. Ogni decisione, secondo Mancini, fu presa prima che iniziasse la campagna elettorale. Il consigliere del Ps parla di omicidio d'impresa, così come per Delta, ricorda il calvario dei risparmiatori, i posti di lavoro persi, le ricadute sistemiche, la fuga di capitali e “ora – aggiunge - ci saranno anche danni da pagare. È arrivato il momento di individuare già in questa sede il responsabile di certe scelte”. Riguardo al commissariamento del Cis, chiede prudenza nella nomina di chi dovrà accompagnare la banca nel suo percorso.
Non è sfuggito neppure a Matteo Ciacci il diverso modus operandi della Banca Centrale di oggi rispetto alla gestione di Asset da parte di Grais e Savorelli. Con il Cis rileva un approccio “sinergico, sistemico e rassicurante rispetto alle forti difficoltà. BCSM sta lavorando ma in silenzio”. Matteo Ciacci prende le distanze dal passato, facendo notare con rammarico che allora, differentemente da oggi, Civico 10 non aveva un suo membro nel direttivo di via del Voltone. “Difendiamo l'autonomia di Banca Centrale – dice - ma convinti che la Vigilanza debba essere valutata rispetto ai risultati. No alla fiducia incondizionata”. E chiede un gioco di squadra per trovare soluzioni, non solo colpevoli. “In questa fase – spiega - a noi non interessano alchimie politiche ma azioni migliori per rilanciare il sistema”. “Peccato – dice Matteo Zeppa - che questa millantata volontà arrivi quando i disastri sistemici sono già avvenuti”. Nel mirino ancora una volta Simone Celli, “lo stesso che accusò Banca Centrale, che attaccò il tribunale e che ancora impera nella maggioranza. Gli fate pure cambiare l'ordine degli iscritti – attacca Zeppa - facendolo intervenire subito dopo la Guidi”. Per Roberto Giorgetti è da due anni che l'opposizione cerca di dare la spallata al governo, parla di spallata 5.0. Riguardo all'autonomia di Banca Centrale, “o c'è o non c'è. Non può esserci solo quando fa comodo”. Su Savorelli e Grais, “anche se a qualcuno non piace ricordarlo, sono stati nominati nella passata legislatura”. Rileva poi come la minoranza non abbia valutato elementi come il rinvio a giudizio dei vertici di Asset e le azioni di responsabilità portate avanti nei loro confronti dall'attuale Banca Centrale. Così come non sono state minimamente prese in considerazione – dice - quanto accadeva in quella banca.
Proprio sull'autonomia intervengono Eva Guidi prima, Nicola Renzi poi. “Dall'opposizione ci chiedono dov'era il Governo quando sono state fatte certe scelte. Era nel posto dove lo pone la legge”. A chi invece adombra che il Segretario alle Finanze sia ancora Celli, rassicura che sta esercitando il suo ruolo in piena autonomia e responsabilità.
L'accusa verso Celli si allarga a tutto il CCR e l'opposizione presenta un ordine del giorno – letto da Giancarlo Venturini - con cui si chiede l'immediata sostituzione degli attuali Segretari che componevano il Comitato per il credito e Risparmio; di revocare qualsiasi forma di manleva sull'operazione Asset e di intraprendere con urgenza azioni in sede civile per ottenere il risarcimento del danno nei confronti del CCR e della Vigilanza di allora. Giuseppe Morganti si dice basito. “Sembra – commenta - l'atto conclusivo di un processo”. Fa notare il paradosso per cui non sono stati presi in considerazione i motivi che hanno portato ai provvedimenti di rigore mentre gli atti formali rilevati da un magistrato diventano la motivazione principale per cui quel provvedimento non doveva essere adottato. Alla luce delle difficoltà, “serve concordia nazionale per mettere in sicurezza il paese”. Lo stesso Nicola Renzi chiede uno sforzo collettivo, convinto che
“se tutti riusciamo a fare emergere ciò che di buono possiamo fare per il paese, nelle decisioni fondamentali da prendere sul sistema bancario e finanziario, riusciremo ad uscire dalle difficoltà”.
In fase di replica il dibattito vira quindi in un'altra direzione, con Ciacci che rispedisce al mittente accuse di certe amicizie da difendere, “ora che il Cis è stato commissariato e che il tribunale sta facendo il suo corso – afferma - non potete più dire che sono con Grandoni e che l'ho protetto. Mai fatto. E non ho mai dato carta bianca a nessuno. Forse lo ha fatto la Dc”. E chiede nuovamente di ragionare insieme per fornire soluzioni politiche per il paese. Federico Pedini Amati lancia un ultimo appello alla maggioranza: o capite che serve uno sforzo comune e ci si siede tutti ad un tavolo o fallisce il paese. Volete farlo fallire per tenere in piedi il Governo? Chiede quindi di azzerare tutto e di ragionare su un prestito ponte con l'Italia.
Anche per Francesco Mussoni la maggioranza non può andare avanti come se nulla fosse e invita l'aula ad un percorso di stabilità istituzionale. “ Non so se riusciremo ad evitare lo sfascio e il fallimento – aggiunge Mancini - ma sono sicuro di una cosa: che il governo di Adesso.sm non è più in grado di gestire il paese. Con questa maggioranza il paese non può farcela”.
“Tutti abbiamo la consapevolezza dei gravi problemi e che non è possibile portare avanti riforme e risanamento avendo contro opposizione e gran parte della società civile – risponde Lorenzo Lonfernini. Se davvero si vuole aprire una stagione meno avvelenata non ci si può presentare a fine dibattito con un ordine del giorno che è già una sentenza". “ Difendete banchieri che fanno ricorsi e che vivono in case milionarie” – attacca Marco Podeschi – che si chiede, in termini di risarcimento, quanto dovrebbe pretendere ogni cittadino per la vicenda Re Nero e le sue gravi ricadute in termini di immagine. Suggerisce una commissione d'inchiesta su come sia nata Asset mentre, su Grais, chiede: il bando di ricerca del presidente era tutta una finta o era cosa seria? Siamo andati avanti per mesi – ricorda - poi sono spariti tre candidati ed è venuto fuori il nome di chi doveva salvare il paese. Voi che eravate al Governo e che volete tornarci, non avete visto niente?”
MF
Un gruppo di potere che oggi – fa presente - non ha più tanta forza visto quello che sta succedendo in queste ore in un altro istituto bancario. Alessandro Mancini non entra nelle sentenze, “parlano da sole” ma fa un passo indietro fino alla primavera del 2016, al Governo dc/ap che scricchiolava – dice - proprio sul sistema bancario. Ogni decisione, secondo Mancini, fu presa prima che iniziasse la campagna elettorale. Il consigliere del Ps parla di omicidio d'impresa, così come per Delta, ricorda il calvario dei risparmiatori, i posti di lavoro persi, le ricadute sistemiche, la fuga di capitali e “ora – aggiunge - ci saranno anche danni da pagare. È arrivato il momento di individuare già in questa sede il responsabile di certe scelte”. Riguardo al commissariamento del Cis, chiede prudenza nella nomina di chi dovrà accompagnare la banca nel suo percorso.
Non è sfuggito neppure a Matteo Ciacci il diverso modus operandi della Banca Centrale di oggi rispetto alla gestione di Asset da parte di Grais e Savorelli. Con il Cis rileva un approccio “sinergico, sistemico e rassicurante rispetto alle forti difficoltà. BCSM sta lavorando ma in silenzio”. Matteo Ciacci prende le distanze dal passato, facendo notare con rammarico che allora, differentemente da oggi, Civico 10 non aveva un suo membro nel direttivo di via del Voltone. “Difendiamo l'autonomia di Banca Centrale – dice - ma convinti che la Vigilanza debba essere valutata rispetto ai risultati. No alla fiducia incondizionata”. E chiede un gioco di squadra per trovare soluzioni, non solo colpevoli. “In questa fase – spiega - a noi non interessano alchimie politiche ma azioni migliori per rilanciare il sistema”. “Peccato – dice Matteo Zeppa - che questa millantata volontà arrivi quando i disastri sistemici sono già avvenuti”. Nel mirino ancora una volta Simone Celli, “lo stesso che accusò Banca Centrale, che attaccò il tribunale e che ancora impera nella maggioranza. Gli fate pure cambiare l'ordine degli iscritti – attacca Zeppa - facendolo intervenire subito dopo la Guidi”. Per Roberto Giorgetti è da due anni che l'opposizione cerca di dare la spallata al governo, parla di spallata 5.0. Riguardo all'autonomia di Banca Centrale, “o c'è o non c'è. Non può esserci solo quando fa comodo”. Su Savorelli e Grais, “anche se a qualcuno non piace ricordarlo, sono stati nominati nella passata legislatura”. Rileva poi come la minoranza non abbia valutato elementi come il rinvio a giudizio dei vertici di Asset e le azioni di responsabilità portate avanti nei loro confronti dall'attuale Banca Centrale. Così come non sono state minimamente prese in considerazione – dice - quanto accadeva in quella banca.
Proprio sull'autonomia intervengono Eva Guidi prima, Nicola Renzi poi. “Dall'opposizione ci chiedono dov'era il Governo quando sono state fatte certe scelte. Era nel posto dove lo pone la legge”. A chi invece adombra che il Segretario alle Finanze sia ancora Celli, rassicura che sta esercitando il suo ruolo in piena autonomia e responsabilità.
L'accusa verso Celli si allarga a tutto il CCR e l'opposizione presenta un ordine del giorno – letto da Giancarlo Venturini - con cui si chiede l'immediata sostituzione degli attuali Segretari che componevano il Comitato per il credito e Risparmio; di revocare qualsiasi forma di manleva sull'operazione Asset e di intraprendere con urgenza azioni in sede civile per ottenere il risarcimento del danno nei confronti del CCR e della Vigilanza di allora. Giuseppe Morganti si dice basito. “Sembra – commenta - l'atto conclusivo di un processo”. Fa notare il paradosso per cui non sono stati presi in considerazione i motivi che hanno portato ai provvedimenti di rigore mentre gli atti formali rilevati da un magistrato diventano la motivazione principale per cui quel provvedimento non doveva essere adottato. Alla luce delle difficoltà, “serve concordia nazionale per mettere in sicurezza il paese”. Lo stesso Nicola Renzi chiede uno sforzo collettivo, convinto che
“se tutti riusciamo a fare emergere ciò che di buono possiamo fare per il paese, nelle decisioni fondamentali da prendere sul sistema bancario e finanziario, riusciremo ad uscire dalle difficoltà”.
In fase di replica il dibattito vira quindi in un'altra direzione, con Ciacci che rispedisce al mittente accuse di certe amicizie da difendere, “ora che il Cis è stato commissariato e che il tribunale sta facendo il suo corso – afferma - non potete più dire che sono con Grandoni e che l'ho protetto. Mai fatto. E non ho mai dato carta bianca a nessuno. Forse lo ha fatto la Dc”. E chiede nuovamente di ragionare insieme per fornire soluzioni politiche per il paese. Federico Pedini Amati lancia un ultimo appello alla maggioranza: o capite che serve uno sforzo comune e ci si siede tutti ad un tavolo o fallisce il paese. Volete farlo fallire per tenere in piedi il Governo? Chiede quindi di azzerare tutto e di ragionare su un prestito ponte con l'Italia.
Anche per Francesco Mussoni la maggioranza non può andare avanti come se nulla fosse e invita l'aula ad un percorso di stabilità istituzionale. “ Non so se riusciremo ad evitare lo sfascio e il fallimento – aggiunge Mancini - ma sono sicuro di una cosa: che il governo di Adesso.sm non è più in grado di gestire il paese. Con questa maggioranza il paese non può farcela”.
“Tutti abbiamo la consapevolezza dei gravi problemi e che non è possibile portare avanti riforme e risanamento avendo contro opposizione e gran parte della società civile – risponde Lorenzo Lonfernini. Se davvero si vuole aprire una stagione meno avvelenata non ci si può presentare a fine dibattito con un ordine del giorno che è già una sentenza". “ Difendete banchieri che fanno ricorsi e che vivono in case milionarie” – attacca Marco Podeschi – che si chiede, in termini di risarcimento, quanto dovrebbe pretendere ogni cittadino per la vicenda Re Nero e le sue gravi ricadute in termini di immagine. Suggerisce una commissione d'inchiesta su come sia nata Asset mentre, su Grais, chiede: il bando di ricerca del presidente era tutta una finta o era cosa seria? Siamo andati avanti per mesi – ricorda - poi sono spariti tre candidati ed è venuto fuori il nome di chi doveva salvare il paese. Voi che eravate al Governo e che volete tornarci, non avete visto niente?”
MF
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