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Consiglio: volano scintille sulla giustizia

14 nov 2018
Gruppo misto
Gruppo misto
Dopo le tensioni per la nomina di Antonella Mularoni nel Consiglio Direttivo di Banca Centrale, volano scintille anche sul comma giustizia. La Reggenza dà lettura della lettera sottoscritta dai consiglieri di maggioranza e già consegnata in Ufficio di Presidenza, in cui chiedono di visionare la documentazione della Commissione Giustizia per decidere con cognizione di causa sull'acquisizione dei verbali da parte dell'Avvocatura dello Stato in difesa del Consiglio Giudiziario Plenario nel ricorso dell'ex magistrato dirigente Valeria Pierfelici. La Reggenza, dopo un approfondimento, comunica all'Aula che per la modifica serve la maggioranza qualificata. Il tema tiene alto lo scontro.

Nel suo riferimento il Segretario alla Giustizia Nicola Renzi sottolinea il paradosso per cui il Consiglio, “per poter vedere documenti parlamentari, ha compiuto un iter di tre mesi”, passando da una Commissione Giustizia, un Consiglio Giudiziario Plenario e tre sessioni del Consiglio Grande e Generale con l'ostruzionismo della minoranza nell'ultima seduta. Ricorda i tempi stringenti rimarcando che “in altri casi la decisione è stata richiesta su due piedi seduta stante” . Torna anche sul famoso comunicato stampa sul colpo di stato che – racconta - “ci è costato un lavoro immane di spiegazioni ad altri paesi che a San Marino non c'erano carri armati per le strade”.

“La richiesta di consultare i verbali è naturale – dice Giuseppe Morganti - È un procedimento amministrativo ma pur sempre di giustizia si tratta. Vogliamo nascondere al procedimento – chiede - atti utili al procedimento stesso?” La definisce una posizione assurda, “in qualsiasi democrazia è assolutamente necessario mettere a disposizione delle parti atti che permettano di portare avanti nel miglior modo possibile sia la difesa che l'accusa. È un principio sacrosanto”. Massimo Andrea Ugolini torna sulla revoca del magistrato dirigente e ne riafferma la gravità. La Pierfelici ha fatto ricorso amministrativo, occorre entrare nelle procedure, non nel merito. E ricorda che c'è un fascicolo penale aperto. Posizione sostenuta con forza anche dal collega del Ps Alessandro Mancini. “ Il giudice dovrà dirimere se la Pierfelici è stata rimossa dall'incarico sulla base di leggi e norme attuali. Se l'Avvocatura deve difendere il Consiglio Giudiziario nelle sue decisioni, per quali ragioni si chiedono i verbali?”. A sostegno di questa tesi cita una sentenza del Commissario della Legge Antonella Volpinari, che stabilisce l'importanza della riservatezza che può essere violata solo nell'azione penale. I Verbali del Consiglio Giudiziario e Plenario rientrano a pieno titolo negli atti coperti da segreto.
“Le sentenze – aggiunge Iro Belluzzi - fanno giurisprudenza” e attacca chi “vizia e piega le norme in funzione dei risultati che vuole raggiungere”. Fa un parallelismo con Asset: “Prima c'è stata la liquidazione poi le motivazioni. Anche con la Pierfelici prima c'è stato l'allontanamento e poi le motivazioni. Non ci stiamo”.

Per Repubblica Futura interviene Pierluigi Zanotti vuole sgombrare subito il campo da equivoci: “ nessun atto trattato dalla commissione giusitiza è coperto da segreto istruttorio, non c'è alcun procedimento penale in corso, nessuna norma ne stabilisce la riservatezza. Quei verbali – precisa - sono atti del consiglio. Non è possibile che un altro potere possa prenderli e dichiarare che il consiglio non li possa leggere”. Rimarca poi che l'Avvocatura difende lo Stato e paradossalmente – fa notare - “non permettiamo allo Stato di difendersi con atti nostri che noi non vogliamo dargli. In un procedimento giudiziario vogliamo privilegiare una parte rispetto ad un'altra?”

Volano scintille anche sull'avvio della procedura di nomina di un Commissario della Legge. La funzionalità del tribunale è tema fondamentale – spiega Renzi, che mette l'accento sul problema dell'arretrato, considerando che in circa un anno il tribunale ha perso tre dei suoi magistrati. “La situazione – spiega - sta diventando molto difficile”. Per l'opposizione c'è un grande assente: la relazione annuale sullo stato della giustizia del magistrato dirigente. Manca dal 2015. È dirimente per l'opposizione, "perché ci dice cosa serve al tribunale, comprese le figure mancanti” – spiega Giovanna Cecchetti. Margherita Amici chiede se esista una relazione, non quella annuale ma una che certifichi lo stato di necessità di nuovi giudici e se sia stata presentata nelle sedi opportune.

L'opposizione accusa poi Morganti di essersi lasciato sfuggire il nome del giudice prima dell'avvio dell'iter. “Fatto grave” - commenta Marco Gatti, che chiede di verificare il rispetto delle procedure. Rete provoca la maggioranza: "votiamo per l'avvio dell'iter o per il nome?"

Federico Pedini Amati non usa mezze parole: “In tribunale dall'arrivo di questo governo è il caos”. “Come può un imprenditore – chiede - avvicinarsi alla Repubblica se non abbiamo la certezza del diritto?”. Sul colpo di Stato non torna indietro: “lo ribadisco e me ne assumo le responsabilità dato che è stato defenestrato un magistrato dirigente senza norma di legge”. Poi sfida la maggioranza: “Se siete per la trasparenza, chiusi i procedimenti in corso, presentiamo un ordine del giorno per rendere pubbliche le sedute delle Commissioni Giustizia e antimafia. Sarò il primo firmatario. E dopo facciamo anche una commissione d'inchiesta su tutto quello che è accaduto. Ma non lo farete mai”. Jader Tosi torna ancora una volta sul famigerato documento sul colpo di stato. “Voi che ci accusate di essere spingi-bottoni guardatevi in casa. In quel caso hanno firmato 25 spingi-bottone, dato che non sapevano quello di cui si stava parlando, a meno che non fossero a conoscenza di atti che non sono pubblici”. Gli risponde Elena Tonnini: “Non serve conoscere i verbali della Commissione Giustizia per capire che la legge non consente la defenestrazione di un magistrato dirigente, avvenuta attraverso un odg in cui il voto della maggioranza ha fatto la differenza. Quel documento vi ha dato fastidio perché ha preannunciato la vostra forzatura sul tribunale e l'attacco successivo”.

Matteo Ciacci invita a rimanere sul tema. “Al netto delle considerazioni strumentali -dice – la richiesta è semplice: vogliamo fare sì che l'avvocatura possa difendere lo Stato anche attraverso atti della commissione in un procedimento amministrativo? E se no, perché?” E' questo il punto. Non ne avremmo discusso in aula se la commissione avesse deciso all'unanimità. Chi dice che non sono questioni di competenza del Consiglio si assuma la responsabilità di quanto deliberato: poteva dare il via libera alla consegna dei verbali e non lo ha fatto".



MF

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