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Consiglio: il decreto sui giochi passa a maggioranza con qualche perplessità di SSD

19 set 2018
Da sx: Emmanuel Gasperoni, Margherita Amici e Pierluigi Zanotti
Da sx: Emmanuel Gasperoni, Margherita Amici e Pierluigi Zanotti
In Aula si parla di giochi sulle ali del decreto delegato che autorizza il poker, anche cash, esclusivamente in forma temporanea. La memoria riporta a battaglie feroci, a Governi caduti. Poi ci fu la scelta della gestione pubblica. Qui non si parla di gioco d'azzardo ma la riflessione va oltre e non mancano perplessità anche da stessi consiglieri di maggioranza.

“Il governo va verso la liberalizzazione del privato – dice Marco Gatti. Rischiamo di portarci in casa tutte le dinamiche vissute nel passato”. “Non siamo contrari – commenta Alessandro Mancini - ma qui si introduce il settore in maniera strisciante”. Invita invece ad un ragionamento globale, non a colpi di decreto. Anche Pasquale Valentini si dice meravigliato che un cambiamento di tale portata passi con decreto delegato. Rispetto alla possibilità di tornei solo in alberghi a 4 stelle, Matteo Zeppa attacca: “è un decreto scritto per qualcuno", mentre Dalibor Riccardi spinge per limitare la possibilità di gioco ai residenti. Teodoro Lonfernini chiarisce: “il decreto lo prevede dato che solo chi si registra nella struttura può partecipare all'evento.” Scelta che solleva qualche critica. “Non si può obbligare” – dice Pedini Amati, che aggiunge: “smettiamo di prenderci in giro, se si vuole fare il Casinò lo si faccia bene, evitando alle famiglie sammarinesi di rovinanrsi”.

A Silvano Andreani di Civico 10 il decreto non piace. Chiarisce di non essere interessato a tornei di poker nella sua struttura, guarda invece con favore ad una sala centralizzata. Lo bacchetta Elena Tonnini: “sta dicendo al governo che si poteva fare di più. Spero si astenga visto l'interesse diretto”. Per Nicola Selva e Marica Montemaggi è invece un primo passo, in grado di incidere sul turismo. Non risolve i problemi ma è una prima risposta – spiegano - che dà respiro alle iniziative delle strutture ricettive”. Se vogliamo parlare di regolamentazione - aggiunge la Montemaggi - sarebbe opportuno pensare di allargare gli orizzonti con una sala polifunzionale”. La parola “primo passo” fa storcere il naso ad Iro Belluzzi. “Primo passo verso cosa?” - chiede. E riguardo al poker cash, “ho paura – dice – che gli alberghi si trasformino in bische”.

Guerrino Zanotti spiega che il decreto prende origine dalla richiesta di diversi operatori alberghieri di destagionalizzare gli eventi. Il poker cash non convince però consiglieri del suo stesso partito. “Si parlava di poker sportivo – spiega Marina Lazzarini - siamo un po' perplessi. Si legano problematiche relative all'antiriciclaggio. Mi chiedo veramente se questa aggiunta possa essere una buona soluzione e non invece un problema da affrontare in futuro”. “C'è un bigottismo esagerato”, commenta Teodoro Lonfernini che provoca l'Aula: “visto che dei giochi della sorte non si può parlare e c'è chi ne fa questione politica, abbiate il coraggio di chiudere tutti insieme la giochi del Titano” ricordando che porta nelle casse dello Stato 15 milioni. “Mettere sotto controllo pubblico il gioco - dice Roberto Giorgetti - è stato una grande conquista. Se ci si preoccupa di derive e patologie l'ultima frontiera è il gioco on line”.

Marco Podeschi spiega il perché della scelta degli hotel 4 stelle. “C'è una classificazione alberghiera nel mondo legata ai servizi. Non penso – aggiunge - che il decreto salverà il turismo ma dà respiro alle strutture ricettive. Sul tema dei giochi della sorte sono accaduti fatti politici pesanti, che hanno portato alla gestione da parte dello stato, elemento di garanzia assoluto. Le entrate che questa attività porta allo stato non sono secondarie.” Accolto l'emendamento di Rete che permette al giocatore di alloggiare in una struttura in territorio senza distinzione di categorie. Il decreto passa a maggioranza.

MF

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