All’avvio dei lavori, nel primo comma in agenda, il tono del confronto sale immediatamente e la questione dei giochi torna ad occupare la ribalta. Lo fa con le dichiarazioni del Consigliere dei Popolari, Romeo Morri, che cita un articolo pubblicato sul sito web jamma.it, che già in passato aveva svelato alcuni aspetti relativi a San Marino che avevano fatto discutere. I vertici della Casinos Austria – si legge - confermano l’interesse verso il bacino d’utenza di questa area, la notizia dell’autorizzazione ricevuta per la gestione della sala di Rovereta e – dichiara Josef Leutgeb – per la costruzione di un nuovo tempio del gioco nel centro storico di San Marino, per il quale si dovrà attendere il nuovo anno. I vertici della Casinos Austria parlano di un Casinò a San Marino, che dovrebbe essere inserito – dichiarano - in un progetto di incremento del turismo . “Il governo – sostiene Herbert Vytiska, italian manager di Casinos Austria - ha grande interesse nel promuovere il turismo attraverso un Casino e noi disponiamo del know how giusto per aiutarlo in questo. Morri invita a riflettere soprattutto il presidente del PSD, Giuseppe Morganti, che subito replica definendo fuori dalle righe l’intervento dell’esponente dei Popolari. I signori in questione – dichiara – hanno male interpretato la possibilità di aprire un Casinò a San Marino. La normativa vigente non lo permette. Urge – ha detto Morganti – una legge in tema di patologie, che impedisca che il gioco si trasformi in patologia".
Un tema questo della compulsione, toccato poco prima dal Segretario della DC, Pasquale Valentini, che metteva in guardia sui rischi. Ribatte il Capogruppo del PSD, Claudio Felici, parlando di strumentalizzazione politica. "Quell’intervista – afferma – è di un signore che dimostra di conoscere poco San Marino e le sue leggi che oggi prevedono solo le note sale autorizzate".
Più tardi si è invece aperto il lungo dibattito sulla legge cosiddetta del giusto processo. Due le relazioni presentate: quella di maggioranza, affidata a Roberto Giorgetti, e quella di minoranza, illustrata da Monica Bollini. Due chiavi di lettura contrapposte. Per la maggioranza il progetto in votazione è un contributo fondamentale e irrinunciabile alla modernizzazione del processo penale, un importante passo per qualificare ulteriormente il Paese. Per le opposizioni invece il testo contiene lacune di carattere tecnico e procedurale, creerebbe enormi difficoltà organizzative della giustizia e si porrebbe in contrasto con le leggi esistente. "Questo progetto – ha dichiarato Monica Bollini – non raggiunge l’obiettivo che si era prefisso: del giusto processo". Critico su questa lettura il Segretario alla Giustizia, Ivan Foschi, che ritiene densa di refusi e di inesattezze la relazione delle opposizioni. "Si sono sollevati artatamente polveroni – ha sostenuto – che nulla hanno a che fare con il testo di legge. 36 gli iscritti a parlare per un confronto che si annuncia robusto e sul cui esito si misurerà, ancora una volta, la tenuta della coalizione".
Un tema questo della compulsione, toccato poco prima dal Segretario della DC, Pasquale Valentini, che metteva in guardia sui rischi. Ribatte il Capogruppo del PSD, Claudio Felici, parlando di strumentalizzazione politica. "Quell’intervista – afferma – è di un signore che dimostra di conoscere poco San Marino e le sue leggi che oggi prevedono solo le note sale autorizzate".
Più tardi si è invece aperto il lungo dibattito sulla legge cosiddetta del giusto processo. Due le relazioni presentate: quella di maggioranza, affidata a Roberto Giorgetti, e quella di minoranza, illustrata da Monica Bollini. Due chiavi di lettura contrapposte. Per la maggioranza il progetto in votazione è un contributo fondamentale e irrinunciabile alla modernizzazione del processo penale, un importante passo per qualificare ulteriormente il Paese. Per le opposizioni invece il testo contiene lacune di carattere tecnico e procedurale, creerebbe enormi difficoltà organizzative della giustizia e si porrebbe in contrasto con le leggi esistente. "Questo progetto – ha dichiarato Monica Bollini – non raggiunge l’obiettivo che si era prefisso: del giusto processo". Critico su questa lettura il Segretario alla Giustizia, Ivan Foschi, che ritiene densa di refusi e di inesattezze la relazione delle opposizioni. "Si sono sollevati artatamente polveroni – ha sostenuto – che nulla hanno a che fare con il testo di legge. 36 gli iscritti a parlare per un confronto che si annuncia robusto e sul cui esito si misurerà, ancora una volta, la tenuta della coalizione".
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