E’ una nuova burrasca quella che attraversa la maggioranza, che esce piuttosto contusa dalla seduta del Consiglio Grande e Generale. Al voto sull’ordine del giorno delle opposizioni vengono a meno ben otto voti, tanti quanti non era mai successo mancassero alla coalizione. Il fulmine arriva all’ultimo atto dei lavori consiliari, poco prima della chiusura: l’ordine del giorno chiedeva un dibattito ad hoc sulla situazione politica, sulle turbolenze della maggioranza, sulla capacità di dare risposte al paese. Il capogruppo dei Socialisti e dei Democratici, Claudio Felici, aveva espresso la volontà della maggioranza di non accogliere il documento ma alla fine la votazione ha dato ragione ai proponenti: 29 i consiglieri a favore, 25 quelli contrari. Subito le reazioni dei gruppi consigliari: si cerca di capire da che parte siano i franchi tiratori, chi abbia votato contro e perché, chi abbia voluto dire alla maggioranza che qualcosa ancora non va. Un segnale politico chiaro, che conferma la persistenza di uno stato di malessere, di disaccordo, e questo nonostante la legge obiettivo sia a buon punto, l’intesa si sia registrata su quasi tutti gli articoli e la volontà manifestata sia quella di presentarla in aula nella prossima sessione di giugno. Del resto qualche mal di pancia era emerso già qualche ora prima, quando sulla legge del giusto processo si ipotizzava uno slittamento anche solo di pochi giorni, quando al momento del voto su un membro del collegio garante per la costituzionalità delle norme Sinistra Unita aveva deciso di non dare il proprio assenso, anche in questo caso come segnale politico di una sofferenza. L’opposizione gongola, la maggioranza esce dall’aula con l’aria mesta. Adesso toccherà ai singoli partiti analizzare il risultato, tirare le somme di quanto accaduto, decidere che posizione tenere nel prossimo vertice, convocato d’urgenza per venerdì mattina. Nella sede del PSD torneranno a confrontarsi le quattro delegazioni per stabilire il da farsi, per valutare lo strappo, ponderare le possibilità di ricucitura, verificare se le condizioni per proseguire nella coalizione sussistano tutt’ora o si debbano prendere decisioni nuove.
Riproduzione riservata ©