Cosa significa mettere mano oggi alle banche? chiede Nicola Renzi. Guarda i provvedimenti di vigilanza da cui emerge – dice - che l'erogazione del credito ha fortemente condizionato la vita pubblica e politica del Paese. “Sia chiaro che non sono Ccr e Congresso a decidere i provvedimenti di vigilanza. E domanda: crediamo in questa separazione e nella necessità di vigilanza di Banca Centrale? Mette quindi in guardia dal rischio di entrare nel tunnel per cui prima si stabiliscono istituzioni e competenze e poi le si mettono in discussione a seconda di come agiscono.
“Qui in Aula è partita una ridda di minacce” e ringrazia i consiglieri di maggioranza che non si sono fatti intimidire da risarcimenti milionari o accuse di essere troppo giovani e inesperti. Irresponsabile, poi, alimentare la sfiducia. “Dobbiamo convincere tutti coloro che hanno depositi a San Marino che il nostro sistema ha le possibilità per uscire dalla crisi. Mentre qualcuno – accusa - gira per il paese prospettando la possibilità di portare fuori i propri risparmi, in questo momento è deleterio e al limite del tradimento. Prende la parola Giancarlo Capicchioni, nel mirino di qualche collega di opposizione in relazione al suo ruolo di ex Segretario alle Finanze nella nomina di Grais. “Io non ho mai fatto qualcosa senza informare il Congresso di Stato” - si giustifica - le scelte sono state fatte insieme.” Il presidente insediato da poco – aggiunge - in maniera diretta ci disse che molto probabilmente il Paese si sarebbe dovuto indebitare, forse al 100% del Pil. Di lì – spiega - le cose iniziarono a cambiare”. Si dice convinto che le fughe di capitali non siano conseguenza dei commissariamenti. “Anche queste discussioni – spiega - portano sfiducia”. Il cambiamento non spaventa, “viene semplicemente osteggiato quando non si è protagonisti o gestori del cambiamento.” Poi un consiglio spassionato ai Segretari: andate meno sui social, vi fa male.
A chi da' del pazzo al Governo per voler impugnare la sentenza del tribunale risponde Enrico Carattoni: è ammesso nell'ordinamento e confermato da una sentenza del collegio garante reclamare contro un provvedimento cautelare davanti al giudice amministrativo. E a chi parla di conflitto fra poteri, “in taluni casi lo Stato ha l'obbligo di impugnare”. Poi provoca: “richiamiamo allora Finproject e ridiamole la licenza. C'è un clima avvelenato in maniera esasperata per creare un nemico: la nostra coalizione”. La pubblicazione delle motivazioni su Asset soddisfa Civico 10“ tra i primi a chiederlo”, dice Luca Boschi. Si stupisce dell'atteggiamento dell'opposizione “che sembra volersi opporre ad ogni costo all'organismo di vigilanza. Sembra che le colpe siano di chi vuol fare rispettare le norme piuttosto di chi le infrange”. Provoca Rete: non credo alla voce di un futuro contenitore politico fra voi e la Dc ma credo che abbiate interessi politici comuni. Per opportunismo politico state tenendo posizioni incomprensibili. Roberto Ciavatta risponde con una sfida: “alle prossime elezioni non saremo noi a presentarci con la dc. Lo farà qualcun altro della vostra coalizione”. Sull'operazione Asset ritiene che l'accorpamento che si sta delineando non sia una banca pubblica, ma governativa. Parla di visione strabica d'interventismo. “Lo si fa con Asset ma non con altre banche. Da tempo – spiega - chiediamo la rimozione di tutti i vertici che avevano problemi con la giustizia. Tutti devono finire in tribunale. Avete invece creato un altro martire, dandogli la possibilità che riceva danno. Ercolani ci porterà in tribunale come Stato e vincerà”. Invita poi la maggioranza: ci sono irregolarità? Colpiamo tutte le banche ma senza farne saltare nessuna. La banca non è i suoi soci. Deve rimanere in piedi per evitare sfiducia e crisi di liquidità.” Su un disegno già pronto e scritto da mani esterne Ciavatta non ha dubbi: “la strada è tracciata e sfuggita di mano anche a chi voleva dominarla”. Si rivolge a Celli: la vedo la sua tensione perché lei capisce cosa sta succedendo. Le risposte – dice – le darà la storia. "E farò in modo che chi ha prestato il fianco paghi”. Pedini Amati chiama in causa Banca Centrale, il bilancio 2016, un costo del personale che supera i 7 milioni e la voce sulle consulenze professionali passate dai 252.000 del 2015 a 1 milione e 300. Nel Fondo di riserva – aggiunge – rimane poco più di un milione. Ricorda che sono i soldi di tutti i sammarinesi. Accusa la maggioranza di invocare una collaborazione senza ricercarla nei fatti.
Per Roberto Giorgetti le basi del progetto di Celli sono già presenti nel programma di governo. “Nel lungo dibattito – rileva - è argomento di cui si è parlato di meno dopo mesi in cui si diceva che il progetto non c'era”. E' una battaglia difficile contro chi difende il fortino e non ha ancora digerito la sconfitta elettorale e sta cercando di rallentare il percorso di accreditamento del sistema. “Emergono due grossi problemi: la volontà palesata chiaramente di non rendere trasparente effettivi assetti del sistema, gestiti da gruppi di potere collaterali a gruppi politici. Mettere in discussione questi rapporti significa perdere potere”. Guarda poi a Rete che “utilizza il sistema bancario come leva per mettere in crisi il governo”. Se c'è veramente interesse a costruire un futuro di opportunità per tutti i sammarinesi – conclude - occorre entrare nei contenuti, abbandonando strumentalizzazioni e sedersi ad un tavolo.”
Alessandro Cardelli manifesta l'inquietudine di un giovane sammarinese per quello che sarà il suo domani. “Parliamo di banche – dice – ma il resto dell'economia dov'è?” Riguardo a Rete: siamo agli antipodi ma se oggi facciamo battaglia assieme è perché siamo entrambi preoccupati. Non risparmia critiche ai vertici di Banca Centrale, ad un Governo che lanciando l'allarme sulla crisi di liquidità ha creato gravi conseguenze. “E' la prima volta nella nostra storia che i sammarinesi portano i soldi nel circondario”. Pieno appoggio a Celli da Giuseppe Morganti. “Fino a ieri era necessaria una dose di fiducia verso l'opera della maggioranza a sostegno dell'azione messa in campo da Bcsm. Giustificabile la reazione dell'opposizione ma inspiegabile – dice – le posizioni preconcette delle forze sociali, che si sono fatte portavoce di interessi di parte”. Auspica che alla luce dei rilievi emersi, atteggiamenti acritici contro gli arbitri di bcsm possano essere riesaminati. Apre al dialogo, ad un clima distensivo, cogliendo le disponibilità di alcuni consiglieri di opposizione. Al di là degli eccessi – dice Simone Celli – intravedo la possibilità di ragionare in modo costruttivo. Serve condivisione. Oggi il governo ha messo in campo un progetto. Le linee di indirizzo ci sono.
“Puntiamo ad un centro di servizi bancari e finanziari di alto livello in un sistema economico diversificato, dove il settore sia in grado di erogare risorse per fare sviluppo”. Su Bcsm, “nelle prossime settimane, quando ci saranno le condizioni, ci sarà la massima disponibilità per una revisione del suo statuto. Non per delegittimare l'istituzione – chiarisce - che deve essere appoggiata e sostenuta”.
Alessandro Mancini tira le orecchie all'Aula per non aver mai affrontato la questione Romito. “Occorre chiedere scusa al Consiglio per non aver rispettato l'odg.” Democrazia in Movimento presenta il suo odg mentre Alessandro Cardelli a nome della Dc chiede di votare la procedura d'urgenza per la commissione d'inchiesta. “Doverosa e urgente – dice – per fare chiarezza in una fase politica con molte più ombre che luci”. Legge poi un odg sottoscritto da tutte le forze di opposizione in cui si chiedono le dimissioni dei vertici di Bcsm. Un altro odg congiunto chiede anche a sospendere almeno temporaneamente il passaggio di Asset in Cassa. Per la maggioranza chi ha commesso mala gestio deve pagare; guarda poi al consolidamento dei principi di autonomia fra organismi e al confronto per una riorganizzazione interna in Banca Centrale. Passa anche la linea di Civico 10 di ricorrere al debito pubblico solo se assolutamente necessario. Richieste che troviamo nell'odg. Domani si vota.
“Qui in Aula è partita una ridda di minacce” e ringrazia i consiglieri di maggioranza che non si sono fatti intimidire da risarcimenti milionari o accuse di essere troppo giovani e inesperti. Irresponsabile, poi, alimentare la sfiducia. “Dobbiamo convincere tutti coloro che hanno depositi a San Marino che il nostro sistema ha le possibilità per uscire dalla crisi. Mentre qualcuno – accusa - gira per il paese prospettando la possibilità di portare fuori i propri risparmi, in questo momento è deleterio e al limite del tradimento. Prende la parola Giancarlo Capicchioni, nel mirino di qualche collega di opposizione in relazione al suo ruolo di ex Segretario alle Finanze nella nomina di Grais. “Io non ho mai fatto qualcosa senza informare il Congresso di Stato” - si giustifica - le scelte sono state fatte insieme.” Il presidente insediato da poco – aggiunge - in maniera diretta ci disse che molto probabilmente il Paese si sarebbe dovuto indebitare, forse al 100% del Pil. Di lì – spiega - le cose iniziarono a cambiare”. Si dice convinto che le fughe di capitali non siano conseguenza dei commissariamenti. “Anche queste discussioni – spiega - portano sfiducia”. Il cambiamento non spaventa, “viene semplicemente osteggiato quando non si è protagonisti o gestori del cambiamento.” Poi un consiglio spassionato ai Segretari: andate meno sui social, vi fa male.
A chi da' del pazzo al Governo per voler impugnare la sentenza del tribunale risponde Enrico Carattoni: è ammesso nell'ordinamento e confermato da una sentenza del collegio garante reclamare contro un provvedimento cautelare davanti al giudice amministrativo. E a chi parla di conflitto fra poteri, “in taluni casi lo Stato ha l'obbligo di impugnare”. Poi provoca: “richiamiamo allora Finproject e ridiamole la licenza. C'è un clima avvelenato in maniera esasperata per creare un nemico: la nostra coalizione”. La pubblicazione delle motivazioni su Asset soddisfa Civico 10“ tra i primi a chiederlo”, dice Luca Boschi. Si stupisce dell'atteggiamento dell'opposizione “che sembra volersi opporre ad ogni costo all'organismo di vigilanza. Sembra che le colpe siano di chi vuol fare rispettare le norme piuttosto di chi le infrange”. Provoca Rete: non credo alla voce di un futuro contenitore politico fra voi e la Dc ma credo che abbiate interessi politici comuni. Per opportunismo politico state tenendo posizioni incomprensibili. Roberto Ciavatta risponde con una sfida: “alle prossime elezioni non saremo noi a presentarci con la dc. Lo farà qualcun altro della vostra coalizione”. Sull'operazione Asset ritiene che l'accorpamento che si sta delineando non sia una banca pubblica, ma governativa. Parla di visione strabica d'interventismo. “Lo si fa con Asset ma non con altre banche. Da tempo – spiega - chiediamo la rimozione di tutti i vertici che avevano problemi con la giustizia. Tutti devono finire in tribunale. Avete invece creato un altro martire, dandogli la possibilità che riceva danno. Ercolani ci porterà in tribunale come Stato e vincerà”. Invita poi la maggioranza: ci sono irregolarità? Colpiamo tutte le banche ma senza farne saltare nessuna. La banca non è i suoi soci. Deve rimanere in piedi per evitare sfiducia e crisi di liquidità.” Su un disegno già pronto e scritto da mani esterne Ciavatta non ha dubbi: “la strada è tracciata e sfuggita di mano anche a chi voleva dominarla”. Si rivolge a Celli: la vedo la sua tensione perché lei capisce cosa sta succedendo. Le risposte – dice – le darà la storia. "E farò in modo che chi ha prestato il fianco paghi”. Pedini Amati chiama in causa Banca Centrale, il bilancio 2016, un costo del personale che supera i 7 milioni e la voce sulle consulenze professionali passate dai 252.000 del 2015 a 1 milione e 300. Nel Fondo di riserva – aggiunge – rimane poco più di un milione. Ricorda che sono i soldi di tutti i sammarinesi. Accusa la maggioranza di invocare una collaborazione senza ricercarla nei fatti.
Per Roberto Giorgetti le basi del progetto di Celli sono già presenti nel programma di governo. “Nel lungo dibattito – rileva - è argomento di cui si è parlato di meno dopo mesi in cui si diceva che il progetto non c'era”. E' una battaglia difficile contro chi difende il fortino e non ha ancora digerito la sconfitta elettorale e sta cercando di rallentare il percorso di accreditamento del sistema. “Emergono due grossi problemi: la volontà palesata chiaramente di non rendere trasparente effettivi assetti del sistema, gestiti da gruppi di potere collaterali a gruppi politici. Mettere in discussione questi rapporti significa perdere potere”. Guarda poi a Rete che “utilizza il sistema bancario come leva per mettere in crisi il governo”. Se c'è veramente interesse a costruire un futuro di opportunità per tutti i sammarinesi – conclude - occorre entrare nei contenuti, abbandonando strumentalizzazioni e sedersi ad un tavolo.”
Alessandro Cardelli manifesta l'inquietudine di un giovane sammarinese per quello che sarà il suo domani. “Parliamo di banche – dice – ma il resto dell'economia dov'è?” Riguardo a Rete: siamo agli antipodi ma se oggi facciamo battaglia assieme è perché siamo entrambi preoccupati. Non risparmia critiche ai vertici di Banca Centrale, ad un Governo che lanciando l'allarme sulla crisi di liquidità ha creato gravi conseguenze. “E' la prima volta nella nostra storia che i sammarinesi portano i soldi nel circondario”. Pieno appoggio a Celli da Giuseppe Morganti. “Fino a ieri era necessaria una dose di fiducia verso l'opera della maggioranza a sostegno dell'azione messa in campo da Bcsm. Giustificabile la reazione dell'opposizione ma inspiegabile – dice – le posizioni preconcette delle forze sociali, che si sono fatte portavoce di interessi di parte”. Auspica che alla luce dei rilievi emersi, atteggiamenti acritici contro gli arbitri di bcsm possano essere riesaminati. Apre al dialogo, ad un clima distensivo, cogliendo le disponibilità di alcuni consiglieri di opposizione. Al di là degli eccessi – dice Simone Celli – intravedo la possibilità di ragionare in modo costruttivo. Serve condivisione. Oggi il governo ha messo in campo un progetto. Le linee di indirizzo ci sono.
“Puntiamo ad un centro di servizi bancari e finanziari di alto livello in un sistema economico diversificato, dove il settore sia in grado di erogare risorse per fare sviluppo”. Su Bcsm, “nelle prossime settimane, quando ci saranno le condizioni, ci sarà la massima disponibilità per una revisione del suo statuto. Non per delegittimare l'istituzione – chiarisce - che deve essere appoggiata e sostenuta”.
Alessandro Mancini tira le orecchie all'Aula per non aver mai affrontato la questione Romito. “Occorre chiedere scusa al Consiglio per non aver rispettato l'odg.” Democrazia in Movimento presenta il suo odg mentre Alessandro Cardelli a nome della Dc chiede di votare la procedura d'urgenza per la commissione d'inchiesta. “Doverosa e urgente – dice – per fare chiarezza in una fase politica con molte più ombre che luci”. Legge poi un odg sottoscritto da tutte le forze di opposizione in cui si chiedono le dimissioni dei vertici di Bcsm. Un altro odg congiunto chiede anche a sospendere almeno temporaneamente il passaggio di Asset in Cassa. Per la maggioranza chi ha commesso mala gestio deve pagare; guarda poi al consolidamento dei principi di autonomia fra organismi e al confronto per una riorganizzazione interna in Banca Centrale. Passa anche la linea di Civico 10 di ricorrere al debito pubblico solo se assolutamente necessario. Richieste che troviamo nell'odg. Domani si vota.
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