Dopo 4 mesi di impasse l'aula trova i 39 voti e nomina Matteo Ciacci e Michele Muratori in Commissione Giustizia. Non passa invece la mozione dell'opposizione per il ritiro della legge. La maggioranza accetta di mantenere il quorum dei due terzi, le cambia il titolo e presenta gli emendamenti sulle funzioni del Dirigente del tribunale. “Stiamo discutendo un'altra legge” – attacca la minoranza e Francesco Mussoni si appella ai capi di Stato. Matteo Zeppa avverte: “C'è già in atto un monitoraggio da parte dell'Unione Europea”. Lo scontro raggiunge il suo apice nella notte, tanto che la Reggenza minaccia di cacciare dall'Aula Federico Pedini Amati e poco dopo interrompe la seduta mandando tutti a casa.
Questa mattina, in Ufficio di Presidenza, richiama nuovamente al rispetto rimarcando il proprio imbarazzo. La tensione è alle stelle, la tribuna è piena, ci sono anche avvocati. Pedini Amati parla di blitz, Matteo Zeppa di azione pianificata, per Giancarlo Capicchioni è una legge “immorale” mentre Oscar Mina mette in guardia da una politica che “svalica le sue funzioni”. “Come si fa ad aprire al dialogo– chiede Alessandro Mancini – e un minuto dopo mettere una supposta come questa?” Per Roberto Ciavatta si sta dando copertura legale ad una violazione di legge dato che il Congresso riconosce indennità particolari al Dirigente nonostante le norme non lo prevedano. La maggioranza rispedisce al mittente le accuse, vuole far funzionare la giustizia. Mimma Zavoli punta il dito contro affermazioni “false e fuorvianti”, “non si sta modificando – chiarisce - una legge costituzionale con una legge qualificata”, “chi ha detto che il magistrato dirigente decide a chi distribuire fascicoli – aggiunge Margherita Amici - sostiene il falso”. Nicola Renzi si dice preoccupato. “ Ho sentito di un tribunale che va commissariato, di magistrati che potrebbero colpire questa o quella forza politica. Quando iniziamo a dire queste cose – avverte - siamo davanti al corto circuito istituzionale”. La maggioranza riconosce a Guzzetta poteri del magistrato dirigente fatto salvo – esplicitandolo in un emendamento - funzioni giurisdizionali. “Però – precisa Giuseppe Morganti - può esprimere pareri, affinché organi della giustizia possano funzionare”. “Il Dirigente deve giudicare, non dare pareri”, attacca Marco Gatti. L'opposizione chiede di fermarsi e anticipa che non parteciperà al voto. I lavori si chiudono sulle dichiarazioni di voto. Se ne riparlerà lunedì.
Di giustizia si parlerà anche la prossima settimana, in una nuova seduta del Consiglio convocata per tre giorni a partire da lunedì. All'ordine del giorno non solo istanze d'arengo ma anche la relazione sullo stato della giustizia dal 2015 al 2017.
MF
Questa mattina, in Ufficio di Presidenza, richiama nuovamente al rispetto rimarcando il proprio imbarazzo. La tensione è alle stelle, la tribuna è piena, ci sono anche avvocati. Pedini Amati parla di blitz, Matteo Zeppa di azione pianificata, per Giancarlo Capicchioni è una legge “immorale” mentre Oscar Mina mette in guardia da una politica che “svalica le sue funzioni”. “Come si fa ad aprire al dialogo– chiede Alessandro Mancini – e un minuto dopo mettere una supposta come questa?” Per Roberto Ciavatta si sta dando copertura legale ad una violazione di legge dato che il Congresso riconosce indennità particolari al Dirigente nonostante le norme non lo prevedano. La maggioranza rispedisce al mittente le accuse, vuole far funzionare la giustizia. Mimma Zavoli punta il dito contro affermazioni “false e fuorvianti”, “non si sta modificando – chiarisce - una legge costituzionale con una legge qualificata”, “chi ha detto che il magistrato dirigente decide a chi distribuire fascicoli – aggiunge Margherita Amici - sostiene il falso”. Nicola Renzi si dice preoccupato. “ Ho sentito di un tribunale che va commissariato, di magistrati che potrebbero colpire questa o quella forza politica. Quando iniziamo a dire queste cose – avverte - siamo davanti al corto circuito istituzionale”. La maggioranza riconosce a Guzzetta poteri del magistrato dirigente fatto salvo – esplicitandolo in un emendamento - funzioni giurisdizionali. “Però – precisa Giuseppe Morganti - può esprimere pareri, affinché organi della giustizia possano funzionare”. “Il Dirigente deve giudicare, non dare pareri”, attacca Marco Gatti. L'opposizione chiede di fermarsi e anticipa che non parteciperà al voto. I lavori si chiudono sulle dichiarazioni di voto. Se ne riparlerà lunedì.
Di giustizia si parlerà anche la prossima settimana, in una nuova seduta del Consiglio convocata per tre giorni a partire da lunedì. All'ordine del giorno non solo istanze d'arengo ma anche la relazione sullo stato della giustizia dal 2015 al 2017.
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