Politica estera in primo piano nella prima giornata della sessione consigliare, con la relazione del Segretario di Stato Fabio Berardi sull’accordo firmato a Bruxelles il 7 Febbraio scorso con l’Unione Europea in materia di tassazione dei redditi da risparmio, per la ratifica da parte dell’assemblea parlamentare. 'Un passo importante – ha sottolineato il responsabile della politica estera – che ha consentito alla Repubblica di allinearsi con l’Unione Europea e, allo stesso tempo, di conservare una prerogativa fondamentale, come la tutela della riservatezza. Di grande rilievo – ha aggiunto – il memorandum d’intesa firmato contestualmente, che consente di avviare trattative con i singoli paesi dell’Unione per accordi contro le doppie imposizioni'. Patti già sottoscritti, ha ricordato, con Austria e Croazia mentre sono pronti quelli con il Belgio e il Portogallo, in via di definizione con il Lussemburgo, Malta e Cipro. Sulla portata dell’intesa raggiunta mette l’accento il Segretario di Stato alle Finanze Pier Marino Mularoni, così come il presidente del Partito dei Socialisti e Democratici, Giuseppe Morganti: 'Importante – dichiara – è stato dimostrare come il nostro sviluppo sia compatibile con le esigenze della comunità internazionale'. Non condivide Tito Masi, che parla di risultato minimo, così come critico è il rappresentante di Rifondazione Comunista, Ivan Foschi.
Una sessione consigliare aperta con una marcata polemica sulla Casa da Gioco e i colloqui romani di Berardi con il ministro italiano degli Esteri, Gianfranco Fini. I partiti minori contestano che nei colloqui il Segretario di Stato abbia toccato l’argomento del Casinò e chiedono le sue dimissioni. 'Non aveva ricevuto – affermano – alcun mandato da Consiglio Grande e Generale, tale iniziativa – aggiungono – potrebbe compromettere il buon esito delle trattative avviate ufficialmente'. 'Nessun imbarazzo da parte del collega Fini – ha spiegato Berardi – semplicemente una informazione su un argomento del resto già affrontato nella precedente visita del ministro Scajola a San Marino'. Giuseppe Rossi consegna all’aula la copia di un articolo uscito su un giornale austriaco, nel quale il direttore generale della Casinos Austria, Leo Wallner, definisce quello di San Marino per una casa da gioco uno dei progetti più interessanti in Europa. Wallner sostiene che una trattativa è aperta e non nasconde l’auspicio per un esito positivo. E sulla questione del gioco, o meglio della San Marino Giochi, interviene Alleanza Popolare con una lettera inviata alla Reggenza, nella quale chiede di ottenere ogni utile informazione sull’assetto societario, e che il Governo riferisca sulle indagini compiute dalla Gendarmeria, invitando l’esecutivo a non compiere alcun nuovo atto senza aver prima approfondito l’intera materia in Parlamento.
Una sessione consigliare aperta con una marcata polemica sulla Casa da Gioco e i colloqui romani di Berardi con il ministro italiano degli Esteri, Gianfranco Fini. I partiti minori contestano che nei colloqui il Segretario di Stato abbia toccato l’argomento del Casinò e chiedono le sue dimissioni. 'Non aveva ricevuto – affermano – alcun mandato da Consiglio Grande e Generale, tale iniziativa – aggiungono – potrebbe compromettere il buon esito delle trattative avviate ufficialmente'. 'Nessun imbarazzo da parte del collega Fini – ha spiegato Berardi – semplicemente una informazione su un argomento del resto già affrontato nella precedente visita del ministro Scajola a San Marino'. Giuseppe Rossi consegna all’aula la copia di un articolo uscito su un giornale austriaco, nel quale il direttore generale della Casinos Austria, Leo Wallner, definisce quello di San Marino per una casa da gioco uno dei progetti più interessanti in Europa. Wallner sostiene che una trattativa è aperta e non nasconde l’auspicio per un esito positivo. E sulla questione del gioco, o meglio della San Marino Giochi, interviene Alleanza Popolare con una lettera inviata alla Reggenza, nella quale chiede di ottenere ogni utile informazione sull’assetto societario, e che il Governo riferisca sulle indagini compiute dalla Gendarmeria, invitando l’esecutivo a non compiere alcun nuovo atto senza aver prima approfondito l’intera materia in Parlamento.
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