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Consiglio: presa d'atto dei giudici d'appello tra critiche, riserve e appelli a scelte condivise

Nuova lettera del Professor Barchiesi - terzo classificato al concorso - per delucidazioni sul suo esposto

di Monica Fabbri
17 feb 2020
Consiglio: presa d'atto dei giudici d'appello tra critiche, riserve e appelli a scelte condivise

Chiuso il comma comunicazioni, si arriva alla tanto discussa presa d'atto dei due giudici d'appello. Se per l'opposizione è un atto dovuto, la maggioranza parla con due voci: da una parte c'è chi solleva forti riserve su procedure e bando di reclutamento e dall'altra c'è chi chiede un percorso condiviso.

Il Segretario alla Giustizia ricostruisce l'iter, dalla graduatoria alla sentenza del Collegio Garante, con una novità: in mattinata è arrivata una lettera del professore Barchiesi – terzo classificato – in cui chiede delucidazioni sul suo esposto. “Con la presa d'atto si ripristina la normalità” – dice Giuseppe Morganti, che auspica autocritica dalla maggioranza. Ricorda l'ostruzionismo nella passata legislatura, “la politica – dice – usa tutti gli strumenti inimmaginabili pur di incidere su questioni che non la riguardano”. Gian Nicola Berti parla però di anomalie: “Perché – chiede - tanto interesse della politica a nominare due giudici a Consiglio sciolto?” E mette in guardia dai rischi di una sentenza contro i due giudici dopo la loro entrata in ruolo. “Possiamo permetterci, dopo essere stati condannati dalla Cedu, di mettere in tribunale giudici che potrebbero non avere i requisiti?”. Stigmatizza le minacce di sindacato alla Reggenza se non procedeva al giuramento. “Ci sono – dice – i presupposti per una denuncia”. Sua Eccellenza Luca Boschi però puntualizza: “la Reggenza segue norme, leggi e sentenze, non si fa condizionare dalle minacce”.

La presa d'atto – chiarisce Nicola Renzi - non è un atto politico che comporta una scelta, ma una comunicazione doverosa al Consiglio. A chi mette in discussione l'iter per il bando, “abbiamo utilizzato gli stessi criteri per l'arruolamento di Caprioli, concordato a suo tempo con l'allora Magistrato Dirigente Pierfelici”. Riguardo al ricorso di Barchiesi, “quando i giudici avranno giurato, allora potrà presentarlo. Davvero vogliamo fare passare il principio che quest'Aula può valutare la bontà o meno di un concorso?” Per Pasquale Valentini “autocritica significa fare reciprocamente passi indietro, ammettendo che la politica non è stata capace di stare al suo posto, non consentendo che la magistratura stesse al suo”. Iro Belluzzi fa mea culpa, “per aver osteggiato un passaggio naturale. Mi crea un male fisico – dice - la mancanza di scelte condivise sulla giustizia. Mi sembra di interferire in maniera non corretta”. Ammette di non aver condiviso la sostituzione dei membri del Collegio Garante e la procedura d'urgenza". Serviva – spiega – un approccio corale. Sulla sentenza dei Garanti, “ci ha messo in confusione – dice il segretario Marco Gatti - perché giudica non necessaria la presa d'atto ma non la abroga. Ci ha lasciato in un vuoto procedurale che abbiamo cercato di colmare chiedendo come comportarci. Per il Collegio l'Esecutivo ha un ruolo nella nomina dei giudici. Ci preoccupa. La legge non diceva questo. Interpretare le leggi – afferma - può essere pericoloso”.

Oggi si è insediato il Gruppo Nazionale Sammarinese presso l’Unione Interparlamentare. Elette quale Presidente del Gruppo S.E. Mariella Mularoni e Vice Presidente il Consigliere Marica Montemaggi.


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