E il Consiglio ha deciso di prorogare fino alla prossima convocazione dell'aula il termine dei lavori della Commissione di inchiesta sulle presunte responsabilità politiche o amministrative legate alla vicenda "Cassa di Risparmio-Sopaf. Proroga richiesta dalla stessa Commissione che ha concluso sì i lavori, ma necessita ancora di qualche tempo per scrivere la relazione che verrà poi presentata all'Aula. La proposta di istituire un'apposita commissione d'inchiesta nacque – lo ricordiamo - per fare piena luce sulla vicenda Carisp-Sopaf e per indagare sulla discussa “consulenza” da 15 milioni di euro. Questo filone, tutt'ora coperto dal segreto istruttorio, riguarda il negoziato per la cessione delle azioni Sopaf nel gruppo Delta. Una trattativa che ha registrato interessamenti anche da parte della politica, e prese di posizione contrastanti circa la richiesta di quello che si paventava come un “sovrapprezzo”, pagato poi sotto forma di consulenza alla Sopaf dei fratelli Magnoni. Una cifra considerevole al di fuori dall'accordo firmato nel 2009, nel quale la Cassa di Risparmio si impegnava a pagare ai Fratelli Magnoni circa 55 milioni di euro, contro una valutazione delle quote detenute dalla società milanese fra i 19 e i 22 milioni di euro, come stimato dal perito incaricato dal Tribunale della Repubblica. Nel maggio scorso i fratelli Magnoni, coinvolti nell'indagine giudiziaria della procura di Milano, sono finiti in carcere con l'accusa di “associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale”. L'inchiesta della magistratura milanese, innescata tra l'altro dalla rogatoria partita da San Marino, con la quale il Commissario della Legge Laura Di Bona chiedeva informazioni ai colleghi lombardi, ha consentito di tracciare i movimenti di denaro dell'operazione, costata alla Cassa 70 milioni di euro, di cui 15 milioni in “consulenze” mai ben chiarite.
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