L'Aula si scalda sulle telecomunicazioni. Il Segretario Zafferani presenta una lunga relazione sullo stato dell'arte. Si entra nel tecnico, la materia viene sviscerata. Mancano però dati dall'Azienda dei Servizi. C'è opacità – rileva. Il nodo da sciogliere – aggiunge Fiorini - è capire quale partita stia giocando. Lo Stato incassa il 4,5% del canone su introiti netti generati e 15.000 euro a sito radio base. Insomma, le tasse di concessione non portano granché. Si propongono tre ipotesi nel medio periodo: progetto Polab originale, con gestione statale integrale o gestito da imprese domestiche. Ci sono delibere già approvate dal precedente Esecutivo. Si parla di installazione di tralicci fino a 40 metri di altezza, di certo impattanti sul paesaggio – ammette la maggioranza - ma con minori ricadute sulla salute e molto meno costose delle microcelle. La maggioranza vuole agire in fretta, la situazione è inaccettabile – sottolinea Alessandro Bevitori - il paese è poco appetibile e la salute dei cittadini a rischio. L'opposizione attacca. Mancano indirizzi politici – fa notare Iro Belluzzi - e non piace la scelta di non privilegiare soluzioni diverse dal traliccio. Per Stefano Canti più che un progetto elaborato dal Governo sembra un documento scritto da una compagnia telefonica. Pensare che si debba dipendere dalle scelte di un operatore privato non sammarinese – sostiene la Dc - equivale ad un commissariamento delle Telecomunicazioni e delle reti in fibra. Per Mancini manca un modello di sviluppo per il settore. Si aspettava un ragionamento sul livello di indipendenza. “Al cittadino – continua Pedini Amati - interessa essere informato prima delle decisioni, invece si è già deciso di installare 4 tralicci, uno dei quali vicino alla casa di riposo di Fiorina. Per Rete si rischia di svendere al monopolio italiano. “Quello di Telecom – afferma - è un ricatto” e chiede invece di fare dell'Azienda dei Servizi l'attore principale. Il ruolo dell'Azienda deve essere chiaro – dice Podeschi - quando parliamo di un ente pubblico serve trasparenza. Mancano professionalità sammarinesi. Poi, l'affondo: fa fatica a fare igiene urbana e poi vuole fare telefonia mobile. La prossima settimana il Congresso incontrerà il nuovo cda per dare indirizzi politici. Fioccano gli ordini del giorno. Il primo viene presentato dal Psd. Chiede infrastrutture pubbliche, l'apertura del mercato a più concorrenti e la creazione di un'autorità delle Tlc. Un altro è di Democrazia in Movimento. Chiede che l'AASS completi la rete in fibra ottica entro il 2018, lavori ad uno studio di fattibilità per la telefonia mobile, che gli apparati rimangano di proprietà statale, che venga superato ogni monopolio privato. Poi, quello della DC, perché si prosegua nella posa della fibra ottica; si istituisca l'Autorità delle telecomunicazioni e perché entro Aprile il Congresso presenti un progetto di legge definendo il numero degli operatori. Infine arriva quello della maggioranza, che impegna il Governo a procede nella realizzazione delle 4 stazioni già autorizzate; a concedere il 4G in fase provvisoria; a chiedere all'Azienda di presentare entro aprile una relazione sui costi sostenuti e su quelli in prospettiva riguardo alla fibra ottica. Il Governo dovrà aprire il confronto con i concessionari e presentare un progetto per ammodernare le leggi prevedendo l'istituzione di un soggetto neutrale regolatore per le TLC. Guardiamo al superamento del monopolio – spiega Morganti - vogliamo mettere tutti i nuovi concessionari sullo stesso livello e conquistare sovranità nazionale nella gestione delle tlc. Si vota. Passa solo quello della maggioranza ( 28 sì contro 21 no). Riprende il dibattito sui conti pubblici.
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