Alla vigilia si pensava fosse la questione Giustizia a dominare la seduta. Questa mattina, poi, solo in 30 avevano risposto presente all'appello, e si era parlato di una decina di consiglieri positivi al virus. A quel punto lo scontro ha riguardato soprattutto le misure anti-contagio in Aula. Ma è stato in coda ad un infinito comma comunicazioni che è esplosa la bomba. Quando il dibattito è progressivamente virato su un tema evidentemente tutt'altro che esaurito: il caso CIS. Ad accendere la miccia un intervento di Matteo Ciacci, che aveva invocato risposte chiare riguardo ai politici citati nella relazione. “Mi piacerebbe sentire la sua versione dei fatti”, ha aggiunto, rivolgendosi a Denise Bronzetti. E l'esponente di NPR questa volta ha parlato; con parole dirompenti.
Ha innanzitutto ricordato di essere stata ricattata, a partire dal 2017, informando subito di ciò la Commissione Giustizia. La questione, "che nulla ha prodotto in termini di ritorno economico", ha aggiunto, era nota nell'ambito della lista, “la portai a conoscenza nel momento in cui decisi di ricandidarmi”. E poi bordate ai colleghi del PSD, che insieme ad MD, proprio ieri, avevano auspicato un suo passo indietro da capogruppo. Una ricostruzione, la loro, “forse di parte”, ha affermato con sarcasmo. Se fossi stata così vicina ai poteri forti la mia carriera politica sarebbe stata diversa. Quindi l'affondo più pesante, citando la relazione Fincapital. Bronzetti ha fatto i nomi Pedini Amati, Alessandro Mancini e soprattutto di Iro Belluzzi; ricordando come dopo “2 anni” fosse diventato Segretario al lavoro. Parole, insomma, che sembrano aprire un grave problema politico all'interno di NPR.
Anche alla luce della dura replica di Iro Belluzzi: “non ho mai firmato contratti che mi concedevano un 5%”. I fatti contestati nella relazione Fincapital, ha aggiunto, furono riportati da un teste "che doveva narrare un certo tipo di racconto". "E non ci fu alcun tipo di conseguenza - ha concluso - da quanto riportato all'interno di quella relazione". Una sorta di “scontro fratricida”, insomma.
Fra gli interventi quello del Segretario Ciavatta, che prima di soffermarsi sulla vicenda CIS aveva risposto alle critiche sulla gestione della sicurezza sanitaria in Aula. Preoccupazione anche da parte del MIS, che ha sottolineato la “mancanza di un confronto reale”. “Siamo abituati ad avere tutto, subito e gratis”, ha detto Ciavatta. Ma il tema covid, dopo quanto accaduto, aveva ormai perso di incisività.
Si è passati dunque al comma sull'avvio delle procedure di reclutamento di 2 Giudici d'Appello ed altrettanti Commissari della Legge. Tutto ciò sulla base di una relazione del nuovo Dirigente del Tribunale, che privilegia percorsi interni. Dalle fila di Libera l'invito a fermarsi, per una maggiore condivisione in Consiglio Giudiziario Plenario; “c'è un disegno in corso molto chiaro”, è stato aggiunto. Critiche anche da RF, che afferma come i bandi precedenti non avessero nulla di illegittimo. Compatta, invece, la Maggioranza. Il Segretario Ugolini ha auspicato l'avvio di una nuova fase, e ha tuonato contro chi, dall'Opposizione, sostiene “si voglia impedire l'avanzamento di alcuni fascicoli”. Alla fine si è proceduto con la votazione: 34 i favorevoli, 8 gli astenuti, nessun contrario. La palla passa ora al Consiglio Giudiziario Plenario per gli adempimenti conseguenti. I lavori sono poi proseguiti con nomine, sostituzioni e la ratifica di una serie decreti; per alcuni è stato chiesto lo scorporo. Rinviata alla prossima sessione consiliare, invece, la ratifica del Decreto-Legge del 29 ottobre, con le nuove disposizioni di contrasto al covid.