Il futuro degli organi istituzionali comincia a prendere forma nel confronto tra segreteria di stato e capigruppo consiliari. Dialogo improntato sulla disponibilità del governo a confrontarsi, ammettono le opposizioni. Si e’ parlato ancora di congresso di stato, sulla base della proposta governativa. Il segretario di stato Lonfernini, che ha la delega di coordinamento delle riforme istituzionali, e’ pronto a recepire suggerimenti e osservazioni per la stesura finale: la prossima settimana sara’ affrontato il progetto di legge sul ruolo della Reggenza con l’elevazione a capi di stato: si sta ragionando perche’ la suprema magistratura diventi una sorta di garante delle istituzioni con un piu’ accentuato compito durante i lavori del consiglio e la promulgazione delle leggi. Da definire anche un supporto legislativo e diplomatico. La riforma che sta prendendo corpo ha trovato comunque l’accordo sul fatto che i Capitani Rggenti non presiederanno piu il congresso, ruolo che sara’ demandato a un presidente o coordinatore da nominare all’interno dello stesso organismo. Verso l’intesa anche la sostituzione dei consiglieri che salgono alla suprema magistratura per i sei mesi del loro mandato. Non si esclude anche la possibilità che nell’esecutivo possano entrare almeno tre tecnici non presenti in consiglio grande e generale. Per le opposizioni comunque uno dei nodi resta l’ incompatibilita’ dei segretari di stato con il ruolo di consiglieri, così come l’istituto della sfiducia nei confronti del congresso. Conclusioni che ora i capigruppo consiliari porteranno all’ attenzione dei rispettivi partiti prima di tornare al confronto.
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