Sono tavoli informali quelli che in questo momento stanno segnando gli sviluppi della crisi e la ricerca della soluzione per la formazione del nuovo governo. Il Partito dei Socialisti e dei Democratici è impegnato nella definizione del progetto programmatico da sottoporre agli ex e ai possibili nuovi alleati. Stabiliti gli aspetti che dovranno caratterizzare l’azione del prossimo esecutivo, il confronto si aprirà a quelle forze che già nella prima tornata di consultazioni hanno dato la loro disponibilità seppure vincolandola all’intesa sulle cose da fare. Il Capogruppo Claudio Felici getta acqua sul fuoco per le notizie di una spaccatura interna, con una componente stanca della collaborazione con Alleanza Popolare, “opinioni personali – afferma – le posizioni politiche sono espresse con chiarezza dagli organismi del nostro partito e nessuno intende metterle in discussione. La coalizione con AP e Sinistra Unita non solo viene confermata ma rilanciata”.
Critica è invece la Democrazia Cristiana, che rileva l’impossibilità di concretizzare il progetto politico dell’allargamento e contesta Alleanza Popolare accusandola di aver messo in scena un penoso balletto invocando prima le elezioni anticipate e il giorno dopo confermato lo stesso governo con il sostegno dei Democratici di Centro. "Torna attuale – afferma la DC – la nostra proposta di definire i punti programmatici e attorno a questi costruire una maggioranza stabile e coesa che garantisca governabilità". AP replica accusando a sua volta i dirigenti DC di essere senza pudore. "Appena hanno intravisto in lontananza le poltrone del governo - scrive - hanno rinnegato la scelta del polo di centro destra e si sono spudoratamente offerti al PSD per tornare in sella. Non hanno chiesto le elezioni anticipate – prosegue AP – ma per pura scelta di potere si sono gettati nelle braccia del vecchio alleato, scaricando brutalmente Noi Sammarinesi, Alleanza Nazionale ed i Popolari. Questi si – afferma Alleanza Popolare - sono salti acrobatici, balletti e vere e proprie capriole. Noi – conclude la nota - dopo aver preso atto dell’impossibilità di ricorrere alle elezioni, abbiamo dato il nostro responsabile contributo per costruire una nuova e più ampia coalizione di centro sinistra, chiedendo di confrontarci sul programma prima di dare una risposta definitiva".
Sugli aspetti programmatici dichiara la propria disponibilità al confronto il Nuovo Partito Socialista, ritenendo che il Paese abbia bisogno al più presto di un governo autorevole. La direzione di NPS resta critica sulla gestione della crisi ritenendo si sia operato in un modo politicamente miope, rancoroso ed equivoco, che ha allontanato gli obiettivi annunciati dalla maggioranza uscente. "Si sono persi moti giorni – proseguono i Nuovi socialisti – con richieste di atti di fedeltà superflui e a parlare di formule vuote. Prendiamo atto con soddisfazione – aggiungono – che finalmente ora in molti concordino con la necessità da noi evidenziata di confrontarsi sui programmi".
Esecutivo riunito anche per gli Europopolari che ribadiscono la preoccupazione per la condizione di stallo e confermano il giudizio di fallimento della coalizione uscente. "La crisi – dichiarano – non è stato un incidente di percorso ma un atto politico e ognuno dei tre partiti della ex maggioranza dovrà trarne le dovute conseguenze". Gli EPS anticipano le linee che a loro parere dovranno segnare l’azione del prossimo Governo: una politica estera efficace e in grado di recuperare un ottimo rapporto con l’Italia; l’attuazione della riforma del sistema pensionistico, una politica del territorio finalizzata ad una forte vivibilità e ad uno sviluppo sostenibile; il rafforzamento del sistema San Marino e l’aumento della sua competitività; una politica a sostegno della famiglia e delle forze più deboli, il rafforzamento del sistema dell’Istruzione e dell’Università. "Noi – concludono – anche in questo momento convulso della politica, ribadiamo il nostro agire al servizio della Repubblica come punto di riferimento irrinunciabile della nostra linea di condotta".
Critica è invece la Democrazia Cristiana, che rileva l’impossibilità di concretizzare il progetto politico dell’allargamento e contesta Alleanza Popolare accusandola di aver messo in scena un penoso balletto invocando prima le elezioni anticipate e il giorno dopo confermato lo stesso governo con il sostegno dei Democratici di Centro. "Torna attuale – afferma la DC – la nostra proposta di definire i punti programmatici e attorno a questi costruire una maggioranza stabile e coesa che garantisca governabilità". AP replica accusando a sua volta i dirigenti DC di essere senza pudore. "Appena hanno intravisto in lontananza le poltrone del governo - scrive - hanno rinnegato la scelta del polo di centro destra e si sono spudoratamente offerti al PSD per tornare in sella. Non hanno chiesto le elezioni anticipate – prosegue AP – ma per pura scelta di potere si sono gettati nelle braccia del vecchio alleato, scaricando brutalmente Noi Sammarinesi, Alleanza Nazionale ed i Popolari. Questi si – afferma Alleanza Popolare - sono salti acrobatici, balletti e vere e proprie capriole. Noi – conclude la nota - dopo aver preso atto dell’impossibilità di ricorrere alle elezioni, abbiamo dato il nostro responsabile contributo per costruire una nuova e più ampia coalizione di centro sinistra, chiedendo di confrontarci sul programma prima di dare una risposta definitiva".
Sugli aspetti programmatici dichiara la propria disponibilità al confronto il Nuovo Partito Socialista, ritenendo che il Paese abbia bisogno al più presto di un governo autorevole. La direzione di NPS resta critica sulla gestione della crisi ritenendo si sia operato in un modo politicamente miope, rancoroso ed equivoco, che ha allontanato gli obiettivi annunciati dalla maggioranza uscente. "Si sono persi moti giorni – proseguono i Nuovi socialisti – con richieste di atti di fedeltà superflui e a parlare di formule vuote. Prendiamo atto con soddisfazione – aggiungono – che finalmente ora in molti concordino con la necessità da noi evidenziata di confrontarsi sui programmi".
Esecutivo riunito anche per gli Europopolari che ribadiscono la preoccupazione per la condizione di stallo e confermano il giudizio di fallimento della coalizione uscente. "La crisi – dichiarano – non è stato un incidente di percorso ma un atto politico e ognuno dei tre partiti della ex maggioranza dovrà trarne le dovute conseguenze". Gli EPS anticipano le linee che a loro parere dovranno segnare l’azione del prossimo Governo: una politica estera efficace e in grado di recuperare un ottimo rapporto con l’Italia; l’attuazione della riforma del sistema pensionistico, una politica del territorio finalizzata ad una forte vivibilità e ad uno sviluppo sostenibile; il rafforzamento del sistema San Marino e l’aumento della sua competitività; una politica a sostegno della famiglia e delle forze più deboli, il rafforzamento del sistema dell’Istruzione e dell’Università. "Noi – concludono – anche in questo momento convulso della politica, ribadiamo il nostro agire al servizio della Repubblica come punto di riferimento irrinunciabile della nostra linea di condotta".
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