Assemblee molto partecipate, quelle messe in campo dalla Csu. Una risposta in massa, spiega il sindacato, ad un Governo che continua a ignorare la richiesta di aprire un tavolo generale di concertazione e dare una risposta alla madre di tutti i problemi: la mancanza di equità.
Per Giuliano Tamagnini e Gian Luca Montanari, il Piano di stabilità nazionale è dedicato in buona parte ai problemi di Cassa di Risparmio mentre le proposte sullo sviluppo sembrano quasi un elemento accessorio.
Occorre, è stato ribadito con forza, far partire azioni legali di accertamento delle responsabilità verso chi ha portato il sistema bancario al dissesto, ed è fondamentale conoscere l'esito dell'Aqr.
Anche la patrimoniale, aggiungono i due segretari generali, ha il sapore di un intervento "riparatore" nato per sopperire alla mancanza di equità. Non c'è bisogno di aspettare la creazione della Polizia Tributaria, annunciata dal Governo, insiste la Csu, i controlli per accertare i redditi reali di tutti si possono fare subito utilizzando lo strumento della Smac.
Ieri il governo ha proposto di ridurre l'orario di lavoro di tutti i dipendenti pubblici, portandolo da 36 a 35 ore, con relativo calo della retribuzione. “Provocatoria e inaccettabile” tuona la Csu. Un nuovo taglio lineare, dice, che andrebbe a ridurre l'offerta di servizi ai cittadini, lasciando immaginare cosa potrebbe succedere ad un settore spesso in sofferenza come la sanità. C'è spazio anche per le pensioni: serve una riforma che duri alcuni anni, che confermi il contributo fondamentale dello Stato, riattivando la gestione del secondo pilastro.
Le risorse di Fondiss, rimarca la Csu, dal 1 luglio devono tornare nelle disponibilità del Comitato gestore per essere investite in modo oculato nel mercato internazionale. Il sindacato denuncia anche la disdetta unilaterale contemporanea da parte delle cinque banche sammarinesi dei contratti di lavoro integrativi. Una azione di forza che non ha precedenti nella storia contrattuale della Repubblica, sottolinea la Csu, compiuta da Consigli di amministrazione formati da dirigenti che percepiscono somme esorbitanti.
Tutti i grandi problemi sul tappeto sono rimasti irrisolti e in alcuni casi si sono aggravati, conclude la nota. Se il governo non imprime una svolta, attivando una vera concertazione, la prospettiva sarà quella di andare verso lo sciopero generale.
Per Giuliano Tamagnini e Gian Luca Montanari, il Piano di stabilità nazionale è dedicato in buona parte ai problemi di Cassa di Risparmio mentre le proposte sullo sviluppo sembrano quasi un elemento accessorio.
Occorre, è stato ribadito con forza, far partire azioni legali di accertamento delle responsabilità verso chi ha portato il sistema bancario al dissesto, ed è fondamentale conoscere l'esito dell'Aqr.
Anche la patrimoniale, aggiungono i due segretari generali, ha il sapore di un intervento "riparatore" nato per sopperire alla mancanza di equità. Non c'è bisogno di aspettare la creazione della Polizia Tributaria, annunciata dal Governo, insiste la Csu, i controlli per accertare i redditi reali di tutti si possono fare subito utilizzando lo strumento della Smac.
Ieri il governo ha proposto di ridurre l'orario di lavoro di tutti i dipendenti pubblici, portandolo da 36 a 35 ore, con relativo calo della retribuzione. “Provocatoria e inaccettabile” tuona la Csu. Un nuovo taglio lineare, dice, che andrebbe a ridurre l'offerta di servizi ai cittadini, lasciando immaginare cosa potrebbe succedere ad un settore spesso in sofferenza come la sanità. C'è spazio anche per le pensioni: serve una riforma che duri alcuni anni, che confermi il contributo fondamentale dello Stato, riattivando la gestione del secondo pilastro.
Le risorse di Fondiss, rimarca la Csu, dal 1 luglio devono tornare nelle disponibilità del Comitato gestore per essere investite in modo oculato nel mercato internazionale. Il sindacato denuncia anche la disdetta unilaterale contemporanea da parte delle cinque banche sammarinesi dei contratti di lavoro integrativi. Una azione di forza che non ha precedenti nella storia contrattuale della Repubblica, sottolinea la Csu, compiuta da Consigli di amministrazione formati da dirigenti che percepiscono somme esorbitanti.
Tutti i grandi problemi sul tappeto sono rimasti irrisolti e in alcuni casi si sono aggravati, conclude la nota. Se il governo non imprime una svolta, attivando una vera concertazione, la prospettiva sarà quella di andare verso lo sciopero generale.
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