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Decreto attività economiche: duro confronto sugli emendamenti; Opposizioni decise a non fare sconti

14 feb 2024
Decreto attività economiche: duro confronto sugli emendamenti; Opposizioni decise a non fare sconti

Ripreso nel pomeriggio il confronto-fiume sul Decreto portato in Aula dal Segretario di Stato Righi, con l'obiettivo di semplificare e potenziare l'attuale normativa con l'introduzione di un testo unico; anche in vista dell'implementazione dell'Accordo con l'UE. Estremamente lento l'incedere del confronto sugli emendamenti; visto anche il clima di contrapposizione creatosi a seguito della scelta di procedere tramite delega, e non seguendo il normale iter parlamentare.

Compatta, comunque – in mattinata -, la Maggioranza, nel respingere le proposte di modifica delle Opposizioni. Primo ad intervenire in seduta pomeridiana Giovanni Zonzini, RETE, in merito all'emendamento – definito di buon senso - che sollecita un'attesa di 30 giorni per l'inizio attività in “settori critici”; e ciò affinché vengano effettuate le verifiche del caso. Paventato fra le altre cose l'impatto di fenomeni distorsivi sui rapporti con l'Italia. Elena Tonnini ha richiamato le istanze della Commissione antimafia, circa la necessità di dotarsi di “strumenti preventivi”.

Roberto Ciavatta ha invitato a soffermarsi sull'interesse dello Stato nell'insediamento di società; e non sono mancate dure critiche al Segretario all'Industria. Sulla stessa linea Emanuele Santi; solo il Segretario Righi – ha detto - ritiene che questi elementi non siano utili. Guerrino Zanotti ha ribadito le proprie perplessità riguardo la posizione già espressa dal Segretario Righi sul punto. Importante, ad avviso dell'esponente di Libera, che il Paese si doti di adeguati strumenti di deterrenza. Si va verso una ulteriore liberalizzazione rispetto al passato, ha osservato dal canto suo Iro Belluzzi; che ha apprezzato l'intento dell'emendamento di RETE, poiché consente all'Amministrazione di effettuare verifiche preventive.

Citato il caso degli autosaloni. Ad avviso di Luca Boschi è “allucinante” che si stia tenendo un simile dibattito, ritenendo che la gran parte dell'Aula condivida lo spirito dell'emendamento. Nell'emendamento non si dice che in questo periodo di 30 giorni debbano essere fatti controlli, ha obiettato Stefano Giulianelli, DC. Che ha piuttosto invitato a riflettere sull'OdG presentato da RETE, affinché sia audito in Commissione Finanze il coordinatore del Tavolo congiunto per la vigilanza ed il controllo delle attività economiche.

Pasquale Valentini ha invitato ad “uscire dall'ambivalenza”; “da qualche parte bisogna che ci sia qualcosa”. Richiamato l'esempio dell'Italia sul tema delle immatricolazioni. Richiamata l'importanza del Tavolo congiunto e dei controlli preventivi. Questa materia aveva bisogno di una riflessione maggiore.

Infine la replica del Segretario Righi. E' incredibile – ha detto - come ancora una volta si dia una falsa rappresentazione della realtà. Ha parlato di interventi tempestivi in presenza di fenomeni distorsivi. Il tema dei controlli ex ante – a suo avviso - cozza con quello che si è detto. Come faccio a sapere se un soggetto froderà o meno, se quell'attività economica non esiste? Non abbiamo avuto problemi di autonoleggi – ha spiegato - ma di vendita di auto usate; e “siamo vittima” di questa dinamica, “di cui noi per primi ci siamo accorti”. Perché devo mettere dei vincoli a coloro che fanno quelle attività legittimamente? Come possono essere efficaci i controlli se non si da la possibilità agli uffici di intervenire tempestivamente al variare delle esigenze? “Controllare tutto per non controllare niente non è una politica efficace”; è questo quello che ci viene richiesto dai vari uffici.

L'emendamento è stato infine respinto con 17 voti favorevoli e 24 contrari. Quindi quello successivo, intimamente collegato, nel quale vengono elencati proprio i settori considerati critici: commercio di veicoli, noleggi, e-commerce, attività di gioco con modalità telematiche, case d'aste, e così via. Emanuele Santi ha posto l'accento a titolo esemplificativo sul tema degli asset virtuali: manca qualsiasi controllo e non vi è neppure una legge; ma vi sono società che stanno comunque operando, ha detto. Rossano Fabbri, NPR, si è detto spaesato dalla piega presa dal dibattito. Rispetto a ciò che si dice non mi ritrovo “nel pratico”. Ha parlato delle verifiche che accompagnano l'apertura di un'attività; il rilascio della licenza che impone la consegna di una serie di documenti. Se la criminalità si vuole infiltrare per riciclare lo può fare a prescindere dal tipo di attività. Alessandro Rossi, Gruppo Misto, ha invitato tutti ad avere un atteggiamento meno aggressivo. Tutti vogliamo i controlli, ha detto; ribadendo poi la propria ricetta: una procedura rafforzata su quelli che possono essere i settori di rischio; che non necessariamente – ha precisato - devono essere definiti in un testo legislativo. Che vi sia un problema di individuazione di attività considerate sensibili emerge anche in un articolo di questo decreto, ha osservato Pasquale Valentini. Quindi occorre chiarire cosa si intende fare con le attività sensibili e che hanno bisogno di una regolamentazione specifica. Michela Pelliccioni, DML, ha sottolineato come a suo avviso le attività a rischio siano molto mutevoli; difficile dunque “cristallizzare” i settori in maniera precisa. Gli organismi di controllo sono più efficaci se lasciati liberi di operare. Non si può dire che non vi siano settori a rischio, ha sottolineato Paolo Rondelli, RETE; sono sbagliati ratio e atteggiamento. Daniela Giannoni ha stigmatizzato alcune prese di posizione del Segretario di Stato. Si sta chiedendo di fare controlli preventivi alle nuove richieste di aperture e limitatamente ai settori considerati a rischio. Non si parla di inchiodare l'economia; ma di evitare l'ingresso di realtà che possano inquinarla. Eva Guidi si è soffermata sulla necessità di un sistema di controlli integrati; con risposte immediate per far fronte alle possibili minacce di criminalità e truffatori. Qualche paura forse l'abbiamo – ha sottolineato Vladimiro Selva – anche perché questo Paese è stato fortemente scottato in passato da fenomeni distorsivi ed infiltrazioni malavitose. E ciò ha impattato anche sulle attività sane. Un errore, insomma, a suo avviso, “negare il problema”; “anche le forze di Maggioranza invitano ad avere cautela”. Bisogna fare attenzione, ha avvertito Grazia Zafferani, Gruppo Misto; ha invitato la Maggioranza a ragionare nell'interesse del Paese, tutelandone l'economia. Da qui l'invito – a coloro che hanno espresso perplessità o contrarietà – a comportarsi di conseguenza al momento della votazione. Definito propositivo l'emendamento di RETE. Andrea Zafferani, RF, ha premesso come ritenga in linea di massima inefficaci i controlli preventivi; spesso chi è in odore di criminalità organizzata non si palesa in prima persona. Ciò non significa che non vadano pensate iniziative ad hoc per settori da monitorare. Troverei interessante provare a ragionare su sistemi di scambio dati fra gli uffici per mettere freni tempestivamente ad attività economiche che si rivelino poi distorsive. Emendamento infine respinto. Quello successivo – sempre aggiuntivo di RETE -, prevede un aggiornamento della lista dei settori critici sulla base delle indicazioni del Tavolo Congiunto; non mi risulta – ha sottolineato Emanuele Santi - che il Governo abbia fatto nulla rispetto a quanto prodotto. “E' chiarissima la volontà di non volere intervenire”. Chiamato in causa il Segretario Righi ha dato orientamento negativo; ribadendo come fino ad ora sia stata messa in campo un'attività di controllo efficace e puntuale. Si lavora per gli operatori che vogliono approcciarsi in modo onesto al Paese. Pasquale Valentini ha espresso rammarico perché a suo avviso è stato distorto il lavoro della Commissione antimafia. Ha poi posto l'accento sull'elemento del tavolo congiunto, da mettere in correlazione con un altro decreto dello scorso anno. L'emendamento – a suo avviso - andrebbe posto nell'articolo 34 che parla delle funzioni demandate al Congresso. Come concetto è difficile dire che non debba essere accolto; deve essere trovata la collocazione giusta. Matteo Zeppa è tornato a chiedere al Segretario di Stato quali siano le sue “fonti”. Da RF un invito ad accogliere l'emendamento, anche per stemperare il clima. Sarebbe un'azione di “buon senso”, ha osservato Sara Conti. Sulla stessa linea Alessandro Rossi.





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