Le dimissioni del Sindaco di Roma Ignazio Marino, che in un messaggio registrato ha rimproverato il Pd. Sulle elezioni, il premier Renzi parrebbe intenzionato ad evitare le primarie e a scegliere lui il candidato.
Dimissioni protocollate, i 20 giorni che Marino, per legge, ha a disposizione per ritirarle o confermarle dovrebbero scadere il 29 ottobre. Fino ad allora solo poteri di ordinaria amministrazione per sindaco, giunta e consiglio, che poi decadranno.
Il prefetto di Roma Gabrielli nominerà un commissario “prefettizio” per un massimo di 90 giorni: entro lo stesso termine viene nominato un commissario straordinario che avrà poteri identici a quelli, sommati, di sindaco, giunta e consiglio. Sarà questo commissario ad affrontare il Giubileo.
Le elezioni invece in primavera, quando si voterà anche a Torino, Bologna, Milano e Napoli.
L'ormai ex sindaco ha affidato ad un messaggio registrato, pubblicato anche su Facebook, il suo pensiero, nel quale ha sottolineato l'impegno messo per scoperchiare la commistione politico-mafiosa, che nessuno immaginava così grave, ha detto. Ha parlato di “lavorio rumoroso per tentare di sovvertire il voto dei romani, che ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla”, e la frecciata è tutta per il Pd.
Pd già al lavoro per trovare un candidato, che avrà l'agguerrita concorrenza dei 5Stelle, che si dicono pronti a governare la Capitale, della lista Alfio Marchini e della Lega, che punterebbe su Giorgia Meloni.
Renzi vorrebbe evitare le primarie e scegliere direttamente lui. Di nomi se ne fanno anche troppi. Anche per il commissario straordinario: Gabrielli si è elegantemente smarcato, mentre salgono le quotazioni dell'assessore alla legalità, voluto proprio da Marino, Alfonso Sabella, che ha confidato di aver “pianto di rabbia” per non poter completare il percorso di legalità intrapreso col sindaco.
Sindaco che, come ultima azione, ha celebrato un matrimonio in Campidoglio: “L'avevo promesso, non potevo mancare”, sono state le sue ultime parole da primo cittadino.
Francesca Biliotti
Dimissioni protocollate, i 20 giorni che Marino, per legge, ha a disposizione per ritirarle o confermarle dovrebbero scadere il 29 ottobre. Fino ad allora solo poteri di ordinaria amministrazione per sindaco, giunta e consiglio, che poi decadranno.
Il prefetto di Roma Gabrielli nominerà un commissario “prefettizio” per un massimo di 90 giorni: entro lo stesso termine viene nominato un commissario straordinario che avrà poteri identici a quelli, sommati, di sindaco, giunta e consiglio. Sarà questo commissario ad affrontare il Giubileo.
Le elezioni invece in primavera, quando si voterà anche a Torino, Bologna, Milano e Napoli.
L'ormai ex sindaco ha affidato ad un messaggio registrato, pubblicato anche su Facebook, il suo pensiero, nel quale ha sottolineato l'impegno messo per scoperchiare la commistione politico-mafiosa, che nessuno immaginava così grave, ha detto. Ha parlato di “lavorio rumoroso per tentare di sovvertire il voto dei romani, che ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla”, e la frecciata è tutta per il Pd.
Pd già al lavoro per trovare un candidato, che avrà l'agguerrita concorrenza dei 5Stelle, che si dicono pronti a governare la Capitale, della lista Alfio Marchini e della Lega, che punterebbe su Giorgia Meloni.
Renzi vorrebbe evitare le primarie e scegliere direttamente lui. Di nomi se ne fanno anche troppi. Anche per il commissario straordinario: Gabrielli si è elegantemente smarcato, mentre salgono le quotazioni dell'assessore alla legalità, voluto proprio da Marino, Alfonso Sabella, che ha confidato di aver “pianto di rabbia” per non poter completare il percorso di legalità intrapreso col sindaco.
Sindaco che, come ultima azione, ha celebrato un matrimonio in Campidoglio: “L'avevo promesso, non potevo mancare”, sono state le sue ultime parole da primo cittadino.
Francesca Biliotti
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