Il disagio giovanile, ai tempi del covid, al centro della Commissione Affari Interni. Dai numeri divulgati in aula con una relazione del Servizio Minori emerge che nel 2021 i nuovi casi presi in carico sono stati 61, quasi il quadruplo rispetto al periodo pre-covid. Solo nei primi 3 mesi del 2022 c’è inoltre stato un ulteriore incremento di 30. Tra i 12 i 17 anni la fascia d’età più critica. Molteplici le modalità con cui il disagio si manifesta: l’autolesionismo, l’abbandono o l’assenteismo scolastico, i disturbi alimentari, d’ansia o dell’umore, l’uso patologico dei social media, il bullismo.
Numeri, ha sottolineato il Dirigente del Servizio Minori William Giardi – presente in aula insieme ad altre figure tecniche e dirigenziali della scuola – che probabilmente non fotografano la reale dimensione del fenomeno che potrebbe essere maggiore, visto che non tutti i casi arrivano al servizio pubblico. Grazie ai punti di ascolto psicologico istituiti nel 2021 nelle scuole medie, superiori e al Cfp, e a cui si rivolti 135 alunni, tante situazioni hanno trovato una soluzione, ha spiegato il Preside delle Scuole Medie Remo Massari. Solo 14, infatti – ha poi precisato il dottor William Giardi -, hanno avuto necessità del supporto successivo del Servizio Minori.
L’educatore giudiziario Francesca Civerchia ha riferito che dal 2018 ad oggi ha seguito 114 casi di adolescenti tra i 14 e i 25 anni in esperimento probatorio, per uso di sostanze stupefacenti. I minori, ha spiegato, sono triplicati durante la pandemia, sottolineando di essere colpita dal fatto che da parte dei genitori spesso il problema viene minimizzato o banalizzato.
“I dati che vengono, dal Servizio Minori, dal Servizio Neuropsichiatrico e dalla scuola – dichiara il Segretario all'Istruzione Andrea Belluzzi – evidenziano una grande impennata di casi e i media stanno dando notizia di episodi che sfociano addirittura nel penale. Occorrono soluzioni integrate da parte di tutti gli attori della società. Occorre inoltre anche destinare delle risorse per affrontare un tema che già è caldo, per evitare che diventi rovente e che incida in maniera sensibilmente preoccupante sul futuro di quelli che oggi sono i nostri giovani e domani saranno i nostri adulti”.