In una nota stampa DML parla di come il bilanciamento fra opportunità e libertà sia responsabilità della classe politica, "Come detto recentemente da alcuni, il DES non è una novità nel mondo, - si legge nella nota- negli altri casi però è stato concepito come uno strumento nelle “mani” del governo locale, mirato ad incentivare determinati e accuratamente selezionati settori del Paese, eventualmente in sofferenza, creando condizioni fiscali agevolate per chi vi aderisce, oltre che in specifiche località ben determinate e non in maniera diffusa in tutto il territorio nazionale. Per essere pratici: abbiamo un problema sul settore alberghiero di lusso? Il DES può creare condizioni agevolate per chi vuole investire in tale settore stimolandone lo sviluppo. Abbiamo un problema sulla ristorazione stellata? Come sopra. Abbiamo un problema su entrambi i settori? Il Governo potrebbe decidere di incentivare entrambi, guidando così lo sviluppo economico del paese. Questo però non è quello che accadrebbe a San Marino, con questo progetto per come è stato ideato. Tema fondante di questo strumento, nel progetto depositato, è infatti chi decide quali settori agevolare e quindi gestire, per non dire controllare. Fino a che questa funzione rimane di competenza del Governo nulla osta, ma il DES delega questa funzione ad una società di gestione terza, affidata ad un investitore privato, individuato ancor prima di aver concordato e definito lo strumento normativo, che avrebbe campo libero su tutti o quasi i settori economici del nostro Paese. In parole povere - conclude la nota- il rischio, procedendo in questo modo, è quello di delegare a qualcun altro lo sviluppo economico, creando una zona per ricchi la cui gestione può rappresentare un centro di potere in grado, potenzialmente, di orientare la guida della Repubblica.