Mentre i mercati accolgono bene la prospettiva di Monti presidente del Consiglio, il dibattito politico è tutto su chi sosterrà e chi, invece, volterà le spalle al governo guidato dall’economista che ieri il presidente Napolitano ha nominato senatore a vita. Centrodestra e centrosinistra si dividono sul sostegno a Monti, che potrebbe ricevere l’incarico al Quirinale già domenica. Dopo che, con l’ok definitivo della Camera alla legge di Stabilità, Berlusconi si dimetterà, Napolitano dovrebbe tenere consultazioni velocissime, per consentire all’economista di formare al più presto il suo governo e tranquillizzare i mercati. Per Monti è scontato il consenso del Pd, del Terzo Polo e dei “frondisti” del Pdl che hanno fatto mancare la maggioranza a Berlusconi. Lega e Italia dei Valori si schierano chiaramente contro il governo tecnico.“Non voteremo la fiducia a questo governo e ne staremo fuori» annuncia Di Pietro pur dicendosi pronto a votare singoli provvedimenti del governo Monti. Anche la Lega dice no a un governo che potrebbe essere meno tecnico di quanto si pensi; con Maroni che reclama il ritorno alle urne e annuncia che il Carroccio è pronto a stare all’opposizione. Ma la divisione più forte è quella nel Pdl. Berlusconi sarebbe più che altro rassegnato a sostenere Monti, spinto anche da Letta, Frattini, Cicchitto, Scajola e dai “frondisti”. Gli ex di An, però, non vogliono starci ed intendono tornare subito al voto. Dopo un lungo vertice Alfano prende tempo e smentisce spaccature. Al momento per il Pdl la via ufficiale è il voto; anche se, assicura, una posizione unitaria sarà presa dopo le consultazioni al Quirinale.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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