Il dato politico che esce dalla votazione sul primo comma del Consiglio giudiziario Plenario di ieri, sulla legge qualificata n.1 del 2020 ed i suoi effetti, l'argomento forte su cui da oggi ci si confronta, con una riflessione doverosa su più tavoli. Ma ricordiamo i fatti: presentato da due togati, l'odg su cui è stata posta la votazione chiedeva venissero fatte decadere le decisioni prese dal consiglio giudiziario (ritenuto illegittimo in conseguenza dell'approvazione della legge qualificata ) a meno che queste non fossero state adottate all'unanimità. Non è passato e mentre la maggioranza fa autoanalisi davanti a quegli 11 sì 10 no ed 1 astenuto, con Noi per La Repubblica che annuncia per domani la riunione del proprio gruppo consiliare per adottare deliberazioni in ordine alla necessità di rafforzare il sostegno alla maggioranza, le forze di opposizione si concentrano sugli scenari post voto.
“Se approvato avrebbe determinato un vulnus terribile per lo stato di diritto di San Marino- spiega Nicola Renzi, RF. Con un semplice voto, - prosegue- si estrometterebbero in un colpo solo tre magistrati del tribunale dalle loro legittime funzioni; peraltro senza che i magistrati si siano potuti esprimere in Consiglio Ordinario”. Libera parla di un colpo di mano sventato e comunica di stare valutando l'ipotesi di proporre al Consiglio Grande e Generale una mozione di sfiducia nei confronti del Segretario alla Giustizia.
“La legge c'è ed è in vigore” dice Carlotta Andruccioli, Domani Motus Liberi, per la quale è necessario sgomberare il campo da qualsiasi tipo di strumentalizzazione, vista proprio la delicatezza del tema. “non si è trattato-spiega- di un colpo di mano o di una forzatura all'interno del Consiglio Giudiziario Plenario, quanto piuttosto dell'applicazione di una legge che è stata approvata a febbraio da una forte maggioranza”. Bocche cucite da parte degli altri commissari di maggioranza. L'esito della votazione, l'ordine del giorno ed il clima in cui si è svolto il Consiglio giudiziario Plenario è stato a lungo anche sul tavolo del Congresso di Stato.