L’ultima stabilizzazione per gli insegnanti di educazione fisica risale al 5 dicembre 2005. Al momento vi sono 24 docenti iscritti in graduatoria chiamati una tantum per sostituzioni saltuarie.
Ciò ha spinto alcune cittadine sammarinesi a farsi portavoce della categoria attraverso l’istituto dell’Arengo. Si chiede in particolare il ripristino della figura dell’insegnante di educazione motoria DOA, ossia in dotazione organica ausiliaria, poiché – recita l’istanza – “si darebbe la possibilità agli insegnanti iscritti in graduatoria di migliorare la propria posizione occupazionale”. Altra istanza, altra richiesta. Quella cioè di aumentare le ore di insegnamento dell’educazione motoria nelle scuole elementari. “Le sole due ore settimanali da sempre praticate ormai non bastano più – precisano i richiedenti - per tutelare i più piccoli dai rischi connessi a sedentarietà, sovrappeso, obesità e disordini alimentari, in vertiginoso aumento nei Paesi sviluppati. Tanto più – sottolineano – che educare al movimento significa prevenzione per la salute, quindi un risparmio per il sistema sanitario nazionale”. Nella stessa istanza si chiede inoltre di prevedere l’inserimento delle discipline motorie anche negli istituti professionali, “per non creare discriminazioni – spiegano – con le altre scuole, tenendo ben presenti i valori educativi e di socializzazione che solo sport può trasmettere ai giovani”.
Ciò ha spinto alcune cittadine sammarinesi a farsi portavoce della categoria attraverso l’istituto dell’Arengo. Si chiede in particolare il ripristino della figura dell’insegnante di educazione motoria DOA, ossia in dotazione organica ausiliaria, poiché – recita l’istanza – “si darebbe la possibilità agli insegnanti iscritti in graduatoria di migliorare la propria posizione occupazionale”. Altra istanza, altra richiesta. Quella cioè di aumentare le ore di insegnamento dell’educazione motoria nelle scuole elementari. “Le sole due ore settimanali da sempre praticate ormai non bastano più – precisano i richiedenti - per tutelare i più piccoli dai rischi connessi a sedentarietà, sovrappeso, obesità e disordini alimentari, in vertiginoso aumento nei Paesi sviluppati. Tanto più – sottolineano – che educare al movimento significa prevenzione per la salute, quindi un risparmio per il sistema sanitario nazionale”. Nella stessa istanza si chiede inoltre di prevedere l’inserimento delle discipline motorie anche negli istituti professionali, “per non creare discriminazioni – spiegano – con le altre scuole, tenendo ben presenti i valori educativi e di socializzazione che solo sport può trasmettere ai giovani”.
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