Nessun passo indietro, dopo l'azzardo fallito delle elezioni anticipate, costato ai Conservatori la maggioranza assoluta a Westminster. Theresa May, anzi, ha rilanciato, e si è recata a Buckingham Palace, dove ha ricevuto dalla Regina l'autorizzazione a formare un nuovo Esecutivo, con il sostegno degli unionisti nordirlandesi. Condurre il negoziato sulla Brexit, con un margine di appena 2 seggi, non sarà facile. E secondo alcuni sarebbe stato proprio un ripensamento sull'uscita dall'UE, di parte dell'elettorato, all'origine dell'exploit di Corbyn. Analisi sulla quale non concorda Massimo Rocca: presidente dell'Associazione Stampa Romana, già protagonista di una trasmissione radiofonica di culto, “Il Contropelo”. Il Programma di Corbyn rigettava la linea neo-liberista non solo dei Conservatori, ma anche dell'establishment “blairiano” del suo stesso partito. Jeremy Corbyn – sostenuto dalla base - ha parlato di investimenti nel settore pubblico, tutela dei posti di lavoro e nazionalizzazioni. Da non sottovalutare, poi, il tema della sicurezza: divenuto centrale dopo i tragici fatti di Manchester e Londra. Corbyn ha ricordato i tagli alle forze di Polizia operati dalla May quando era ministro agli interni, e l'alleanza di ferro con alcune monarchie del Golfo. Da registrare – infine, in questa tornata - la forte perdita di consensi dei nazionalisti scozzesi, e la scomparsa dal Parlamento dello UKIP, il cui leader, Paul Nuttall, ha presentato le dimissioni
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