Logo San Marino RTV

L'Europa in Aula

20 gen 2015
L'Europa in Aula
L'Europa in Aula
“Emozione e trepidazione”. Usa queste parole il Segretario agli esteri, nel presentare al Consiglio il negoziato relativo all'Accordo di associazione fra San Marino e l'Unione Europea. Quella che ci è stata aperta, sottolinea Valentini, costituisce per il nostro Paese una opportunità di cui facciamo fatica a capire fino in fondo la portata. Riguarderà per molti anni la vita e il tipo di vita della Repubblica. Cita le conclusioni adottate dal Consiglio europeo il 16 dicembrre e ricorda che “questa significativa pietra miliare risponde all'interesse dimostrato di costruire rapporti più stretti con Unione”. Gli accordi prevederanno la partecipazione al mercato unico e la cooperazione in altri settori. Questo significa maggiore parità per le imprese e i cittadini, riduzione sostanziale o eliminazione degli ostacoli al commercio, benefici per gli operatori economici. Il quadro istituzionale dovrà essere più coerente per garantire omogeneità e il buon funzionamento del mercato interno, tenendo conto delle peculiarità sammarinesi. I negoziati, rimarca Valentini, dovranno consentire di trovare un punto di equilibrio tra gli interessi delle parti coinvolte, per arrivare ad una intesa duttile. Valentini riafferma la necessità che questo percorso possa godere della massima condivisione di tutto il Paese. La fase di negoziato, anticipa il Segretario agli esteri, non sarà inferiore ai 2/3 anni. Nel frattempo bisogna prepare le condizioni per la sua gestione. Per Antonella Mularoni si apre una fase storica e ci troviamo di fronte a una grande sfida. Il percorso che si apre non è semplicissimo, anticipa. Dovremo essere bravi ad identificare gli aspetti per noi non rinunciabili della nostra sovranità. Sarà un percorso lungo anche in ragione della complessità della normativa comunitaria adottata in questi decenni. Questa fase, sottolinea, deve vedere un lavoro collegiale con alle spalle una politica unita. Il Segretario al territorio chiede con forza di strutturare con risorse umane adeguate un processo che ha bisogno di essere seguito da persone preparate e competenti. Nella fase del negoziato, rimarca, dovremo avere sempre ai tavoli persone autorevoli in grado di coniugare la parte tecnica con le scelte politiche. Richiesta condivisa dal Segretario alla cultura che definisce il mandato del 16 dicembre “una pietra miliare e un grande onore. Il percorso più importante della storia sammarinese degli ultimi secoli”. Morganti chiede disponibilità e preparazione al cambiamento. Abbiamo sempre agognato il negoziato, ricorda, però dobbiamo essere bravi. E' un impegno gravoso da non prendere sottogamba. Simone Celli valuta positivamente l'apertura al confronto e si augura che diventi al più presto operativa perchè bisogna definire il quadro negoziale. Suggerisce al governo di definire subito una road map, chiede di investire in risorse professionali di qualità e sottolinea l'impostazione molto tecnica del gruppo negoziatore. Deve essere investito anche della necessaria visione politica, afferma Celli, e va superata l'impostazione italocentrica. Valutiamo, suggerisce, la possibilità di accordi a due velocità per chiudere velocemente sulle materie che ci vedono già pronti. Meno entusiasta Marco Podeschi dell'Upr che chiede lumi sul passaggio all'iva e sottolinea i gravi limiti della politica estera degli ultimi 30 anni. Non abbiamo capito, spiega, cosa in termini di visione prospettica era bene per il sistema san marino. Abbiamo aderito all'euro perchè c'era, ma nessuno si è chiesto cosa comportava. Adesso, rimarca, è importante capire quale deve essere il perimetro di prospettiva nell'avvio di questo negoziato. La relazione di Valentini è un adempimento puntuale e onesto, commenta Ivan Foschi di Sinistra Unita. Delinea un percorso appena iniziato e che presenta una serie di difficoltà. I veri nodi politici sono quelli relativi alle 4 libertà e su quelli ci dovremo confrontare. Ma, sottolinea, abbiamo perso tantissimo tempo. Saremmo potuti entrare in Europa dalla parte principale e invece abbiamo perso tantissimi treni.

Riproduzione riservata ©