Non entreranno in maggioranza e molto probabilmente non daranno nemmeno il loro apporto alla legge omnibus, “se prima non ne conosceremo a fondo i contenuti – commentano gli Europopolari – allo stato attuale delle cose, il testo cambia ogni giorno e ormai non capiamo più quale sia la stesura definitiva”. Assieme al Psd, il partito di Menicucci e soci ha avuto molti confronti, e difatti viene lodato l’impegno del partito di maggioranza relativa per “essersi assunto la responsabilità ed aver ammesso l’inconcludenza dell’attuale alleanza di governo – dicono – trovando nuovi spunti progettuali”. Ma la legge omnibus, aggiungono, cambia continuamente ed è carente sotto vari aspetti: di secondo pilastro pensionistico non si parla, e la situazione si aggrava, di norme sul sistema bancario nemmeno. “Oggi requisiti per un nostro ingresso in maggioranza – dice a chiare lettere il segretario Lorenzo Lonfernini – non ce ne sono”. “E vorremmo fosse chiaro – gli fa eco Pier Marino Menicucci – che non siamo stati noi a chiedere di entrare, ma ci è stato chiesto di entrare”. E Gian Marco Marcucci aggiunge: “Abbiamo sempre preferito i contenuti ad ogni altra condizione, non ci piacciono le ammucchiate e non entreremo in una coalizione purché sia”. “La sinistra radicale – ha concluso Menicucci – ha una visione assai diversa dalla nostra. E per quanto riguarda il confronto con la Dc, certo lo riprenderemo, ma se pensa di avere sette piccoli nani e di fare la Biancaneve della situazione, può scordarselo. Non saremo mai succubi del nostro ex partito, a nostro giudizio rimasto ancora troppo indietro”.
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