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Finanziaria: il dibattito s'infiamma sulla gestione del debito

di Monica Fabbri
16 dic 2021

La lunga maratona consiliare entra nel vivo con l'esame dell'articolato. Il cuore della Finanziaria è l'acquisizione di risorse, e gli animi si scaldano. Tenuto conto del rimborso entro l'anno del prestito ponte a Cargill, in caso di bisogno di liquidità anche a seguito dell'emergenza sanitaria, il Governo potrà emettere fino a 150 milioni di Titoli del debito pubblico da collocarsi sul mercato nazionale o internazionale, entro il 31 dicembre del 2022.

RF chiede di togliere il passaggio in cui si parla di ricorrere al debito per reperire liquidità. Questione – spiega Andrea Zafferani - di visione politica: “Quei soldi vanno usati per lo sviluppo economico, non per la spesa corrente”. “E' un articolo fondamentale, senza debito saremmo al default. Chiediamo investimenti concreti e reali – aggiunge Nicola Renzi - perché se non mettiamo mano al deficit ci troveremo in una situazione devastante”. Poi, sull'annuncio del Segretario alle Finanze del pareggio bilancio nel 2024, "con un deficit di 70 milioni all'anno - chiede - come lo raggiungeremo? Quali sono le direttrici per riforme e sviluppo?"

Anche per  Luca Boschi “questo debito non è sostenibile”, “si continua a mettere la polvere sotto il tappeto”, gli fa eco Giuseppe Morganti, “i debiti vanno investiti, è pericoloso usarli per tamponare le falle”.

Con un emendamento, Libera propone buoni ordinari sammarinesi. Reperire risorse attraverso debito interno è impostazione condivisa anche dal Governo. “La strada più realistica per ridurne il costo – afferma Giovanni Zonzini - è rivolgersi ai cittadini piuttosto che ai mercati internazionali. Resta aperta anche la strada del debito estero, per non precludere all'Esecutivo una via alternativa. La maggioranza vuole però che sia chiaro: non si tratta di nuovo debito. “Con questi 150 milioni – chiarisce Stefano Giulianelli - si sostituisce il prestito ponte rivolgendoci al mercato interno, medesima direzione suggerita da Libera”.

Duro l'attacco di Gian Nicola Berti contro “le bugie raccontate ai cittadini da falsi profeti”. Pasquale Valentini si appella all'Aula, affinché dia un messaggio chiaro e univoco ai cittadini. Ricorrere al debito di 150 milioni è una possibilità, dato che ci troviamo a fine anno con una liquidità tornata a livelli che il Fondo Monetario ci dice troppo bassi. Occorre anche estrema chiarezza – afferma – su che fine hanno fatto i 340 milioni e cosa faremo per creare un nuovo scenario nel momento in cui dovremo restituirli. Senza chiarezza su questo – avverte - la sfiducia regna sovrana. Michela Pelliccioni concorda: bisogna dare informazioni chiare ai cittadini.

In replica Marco Gatti spiega che si sta parlando di gestione del debito, non di farne di nuovo. La prima emissione – conferma - dovrà essere interna e sarà a fine gennaio, inizio febbraio. Riguardo alle accuse di utilizzo in spesa corrente, “sanità, scuola e sicurezza sono investimento per uno Stato”. Le caratteristiche del Titolo come taglio, tasso e durata saranno discusse in Commissione Finanze. Gli emendamenti di Libera e Rf vengono bocciati




In apertura di lavori era stata approvata, ma con la contrarietà di Rete, la proposta di credito agevolato per l'acquisto dal primo gennaio del 2021 di autobus e minibus da parte di attività private. Adele Tonnini ricorda il sostegno dello Stato al settore in piena pandemia, i contratti successivi per il trasporto San Marino/Riccione e per un trenino di Natale che vista l'emergenza “credo – dice – salterà”. Solleva dubbi su una norma retroattiva, di cui non si conosce l'ammontare dell'investimento per lo Stato. Per Nicola Renzi torna l'eterno dissidio su cosa vogliamo che faccia l'AASS e cosa, invece, i privati. Un articolo che ha un nome e cognome – commenta Vladimiro Selva – e che va spiegato, perché difficile da comprendere”. Per Iro Belluzzi avrebbe avuto maggior senso sostenere l'acquisto di mezzi eco compatibili. In replica il Segretario Gatti parla di scelta politica nella garanzia di un servizio di qualità nel trasporto degli studenti, esclusivo e con mezzi non più vecchi di 15 anni.

Si procede con l'articolato. Tra le altre novità un'imposta con aliquota proporzionale dello 0,2% su somme di denaro o prodotti finanziari sopra i 20.000 euro detenuti all'estero. Si parla di capitali per un ammontare di 800 milioni. Per l'opposizione è un intervento corretto ma teme che con un'aliquota così bassa non si ottengano i risultati sperati, e che non incentivi al rientro chi ha grandi disponibilità. Per Matteo Ciacci e Giovanni Zonzini sarebbe più utile, per giustizia sociale ed equità, prevederne la progressività. Maria Luisa Berti, in un'ottica di sviluppo dell'economia, mette in guardia da "impostazioni da caccia alle streghe": “Se il nostro obiettivo è richiamare investitori dall'estero rischiamo, elevando l'aliquota, di non attrarre più i grandi imprenditori”. Critico anche Iro Belluzzi, “non è rispettoso della nostra lunga tradizione liberale. Per pochi spiccioli incriniamo questa immagine”. Nicola Renzi si dice stupito: “Quando proponemmo noi un emendamento per il rientro dei capitali si sollevarono alcuni ordini professionali e l'Anis che oggi, evidentemente convinti della bontà di questo intervento, non hanno proferito parola”. 

Si procede nell'esame del PDL e c'è attesa per la discussione del capitolo dedicato ai professionisti sanitari in pensione: potranno lavorare – non oltre il 2022 - sia in strutture pubbliche che private.






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