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Firma dell'Accordo Ue ed elezioni politiche: aperta la partita su quando votare

di Monica Fabbri
2 feb 2024

Non cade a caso l'appello dei giovani del PDCS in un momento politico contrassegnato non solo dalla partita delle alleanze ma anche dalla riflessione su quando andare alle urne. Per i GDC prima occorre firmare l'Accordo UE, richiamando a quel senso di responsabilità che dopo l'uscita di Rete dal Governo ha spinto il resto della maggioranza a proseguire la legislatura.

Durante la conferenza stampa di fine anno il Segretario agli Esteri ipotizzava la firma a febbraio e le elezioni tra fine maggio e giugno, quindi in concomitanza con quelle europee. Ma se la firma dovesse slittare?

Nella DC c'è chi vorrebbe votare a settembre o comunque dopo la partita con Bruxelles. Sul tema le nuove leve di Via delle Scalette hanno già espresso una posizione chiara. Ma cosa ne pensano gli alleati di Governo? Per Gerardo Giovagnoli del PSD sarebbe “una iattura arrivare alla firma con una situazione politica già proiettata alle elezioni o con scontri tra le forze che fino ad ora erano europeiste”. Anche Alessandro Mancini di Alleanza Riformista spera che un passaggio cosi importante “venga esercitato nei pieni poteri del parlamento”. In linea Lorenzo Forcellini di Domani Motus Liberi, che ribadisce al contempo la posizione del suo partito, favorevole ad un referendum prima della ratifica.

Di tutt'altro avviso l'opposizione. Per Matteo Ciacci di Libera “Andare avanti con questa agonia è da irresponsabili”. Ritiene la questione della firma “solo una scusa di chi teme di perdere la poltrona. Di modalità per arrivare ad impegnare l'Aula anche a Consiglio sciolto – spiega - ce ne sono tante”. Il Governo – per Roberto Ciavatta di Rete - doveva cadere già a maggio del 2023. La firma – aggiunge - “è un falso problema, tutti i partiti si sono già detti favorevoli”. “È chiaro che per una forza di opposizione prima si vota e meglio è”, commenta Nicola Renzi. “Come RF abbiamo sostenuto più volte che fosse necessario mettere al sicuro l'Accordo di Associazione, ma questo non può diventare un alibi per tirare a campare”, guardando a priorità come caro vita, riforme istituzionali, un piano di ristrutturazione della sanità.

Tira le fila Luca Beccari, che ritiene auspicabile firmare prima di celebrare le elezioni. “Ma al di là delle procedure – aggiunge il Segretario agli Esteri - credo sia importante tenere a mente il fatto che l'Accordo non debba essere inquinato dalle dinamiche politiche”. Ritiene che il senso di responsabilità a cui richiamano i giovani DC sia quello di individuare un calendario per le elezioni che non sia controproducente per la firma dell'Accordo e possibilmente per la sua ratifica. “Poi, nei fatti, votare a giugno o settembre cambia ben poco. Ma appena avremo il quadro più chiaro bisognerà fare le opportune valutazioni, che tengano conto dell'esigenza di evitare che l'attenzione da dedicare a questi passaggi non sia offuscata dalle dinamiche legate a campagna elettorale o scioglimento del Consiglio”.





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