Parla di fuoco amico il Segretario della DC, Marco Gatti, dopo la notizia della iscrizione nel registro degli indagati da parte di un non precisata Procura, che sta indagando su una presunta truffa carosello, nella sua veste di amministratore della E-Vox, una società accusata, insieme ad altre, di un traffico di telefonini e carte telefoniche prepagate. Gatti si dice non sorpreso di quello che ritiene un attacco conseguente alla sua ricandidatura alla guida della DC per i prossimi tre anni.
La notizia era di quelle destinate a provocare un grande frastuono, e il clamore c'è stato. Oggi, negli ambienti politici sammarinesi, e non solo in quelli, non si parlava d'altro. La presunta iscrizione del Segretario della DC nel registro degli indagati ha fatto in poche ore il giro dell'intera Repubblica, impressionando tutti per la portata dell'accusa e per la tempistica con cui è arrivata. Alla fine della settimana, infatti, la Democrazia Cristiana celebrerà il suo Congresso politico e Marco Gatti ha da poco annunciato la sua ricandidatura per un nuovo mandato. L'assise congressuale cade in un momento delicato per il Paese e per la politica e non a caso gli occhi degli osservatori sono tutti puntati sul quel palcoscenico. La vicenda che travolge il Segretario è doppiamente inquietante, comunque la si voglia guardare. Lo è se le ipotesi di reato si rivelassero fondate, se cioè ci fosse una reale responsabilità nei fatti che compongono l'inchiesta giudiziaria, e questo renderebbe doveroso un deciso passo indietro; ma sarebbe altrettanto inquietante se tutto partisse davvero dal cuore del partito di maggioranza relativa, come lo stesso Marco Gatti afferma. Il Segretario infatti parla di fuoco amico, di una macchinazione interna, del tentativo di stravolgere i piani del gruppo dirigente democristiano.
Non ha dubbi il presidente democristiano, Teodoro Lonferini, che con oggi Gatti ha parlato a lungo. “Marco – afferma – mi garantisce la sua assoluta estraneità ai fatti e io sono certo della sua onestà e correttezza”. A sorprendere il presidente è anche la coincidenza con la vigilia del Congresso politico e adombra azioni forzate per contrastare un lavoro di continuità dentro la DC. Lonfernini parla di clima del sospetto, e si dice assolutamente contrario ai se e ai ma: “O ci sono le certezze delle contestazioni mosse e dell'iscrizione nel registro degli indagati, e allora dovremo interrogarci sui passaggi da compiere, oppure dobbiamo lavorare per sconfiggere queste logiche deleterie, del fango gettato sulle persone per un bieco calcolo politico interno, mettendo ancora una volta a repentaglio la credibilità non solo di una persona, ma di un partito, della politica e addirittura del Paese. Io – conclude – non accetto di far prevalere il lacerante clima della diffidenza”.
Sergio Barducci
La notizia era di quelle destinate a provocare un grande frastuono, e il clamore c'è stato. Oggi, negli ambienti politici sammarinesi, e non solo in quelli, non si parlava d'altro. La presunta iscrizione del Segretario della DC nel registro degli indagati ha fatto in poche ore il giro dell'intera Repubblica, impressionando tutti per la portata dell'accusa e per la tempistica con cui è arrivata. Alla fine della settimana, infatti, la Democrazia Cristiana celebrerà il suo Congresso politico e Marco Gatti ha da poco annunciato la sua ricandidatura per un nuovo mandato. L'assise congressuale cade in un momento delicato per il Paese e per la politica e non a caso gli occhi degli osservatori sono tutti puntati sul quel palcoscenico. La vicenda che travolge il Segretario è doppiamente inquietante, comunque la si voglia guardare. Lo è se le ipotesi di reato si rivelassero fondate, se cioè ci fosse una reale responsabilità nei fatti che compongono l'inchiesta giudiziaria, e questo renderebbe doveroso un deciso passo indietro; ma sarebbe altrettanto inquietante se tutto partisse davvero dal cuore del partito di maggioranza relativa, come lo stesso Marco Gatti afferma. Il Segretario infatti parla di fuoco amico, di una macchinazione interna, del tentativo di stravolgere i piani del gruppo dirigente democristiano.
Non ha dubbi il presidente democristiano, Teodoro Lonferini, che con oggi Gatti ha parlato a lungo. “Marco – afferma – mi garantisce la sua assoluta estraneità ai fatti e io sono certo della sua onestà e correttezza”. A sorprendere il presidente è anche la coincidenza con la vigilia del Congresso politico e adombra azioni forzate per contrastare un lavoro di continuità dentro la DC. Lonfernini parla di clima del sospetto, e si dice assolutamente contrario ai se e ai ma: “O ci sono le certezze delle contestazioni mosse e dell'iscrizione nel registro degli indagati, e allora dovremo interrogarci sui passaggi da compiere, oppure dobbiamo lavorare per sconfiggere queste logiche deleterie, del fango gettato sulle persone per un bieco calcolo politico interno, mettendo ancora una volta a repentaglio la credibilità non solo di una persona, ma di un partito, della politica e addirittura del Paese. Io – conclude – non accetto di far prevalere il lacerante clima della diffidenza”.
Sergio Barducci
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