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Gestione rifiuti in Commissione: verso il porta a porta integrale?

Il Governo ragiona sul riconoscimento di un incentivo verso i comportamenti virtuosi. I dati della raccolta differenziata

di Silvia Pelliccioni
15 nov 2024

Il sistema di gestione dei rifiuti domina l'ultima fase di dibattito in Commissione. Il Segretario di Stato Alessandro Bevitori parte, nel suo riferimento, dalla volontà di riconoscere un incentivo per stimolare i cittadini ad un comportamento virtuoso nella raccolta differenziata, inserendolo nell'ambito di una tariffazione puntuale “a cui si deve ambire” per ridurre la produzione di rifiuti. “C'è un gap da colmare” – dice – nulla di ancora deciso ma le proposte non mancano”.

A catalizzare l'attenzione è la relazione del Direttore AASS Raoul Chiaruzzi che, snocciolando i dati, evidenzia il livello medio di raccolta differenziata nel 2023 del 44% sul territorio ed emerge soprattutto la disaffezione dei cittadini verso il porta a porta, passato dal 70% circa al 64%, mentre "la raccolta stradale – fa sapere - è leggermente in crescita ma senza risultati significativi. Nel primo semestre del 2024, ci si aspetta una raccolta complessiva attorno al 45%”. Chiaruzzi mette l'accento poi sulla crescita dei costi di smaltimento, dovuta agli oneri di raccolta e agli oneri di esportazione dei rifiuti verso l’Italia, questi ultimi in costante rialzo dal 2018; rifiuti diretti per lo più in Emilia-Romagna. “La Regione punta ad arrivare all’80% di raccolta differenziata” – spiega – va fatta una valutazione bilaterale sugli obiettivi.

Spicca nel concreto, la proposta di soluzione delineata, di estendere il porta a porta a tutta la Repubblica, con 10 isole ecologiche dislocate nei Castelli, 2 a Serravalle, isole da installare in aree di parcheggio per conferire in sicurezza.

In Aula sostanziale favore alla soluzione univoca, “auspicabilmente più user friendly”, bene l'incentivo, ma si leva la richiesta a più voci di prestare particolare attenzione alle famiglie, specialmente le più numerose sul fronte tariffario. Rileva tuttavia il ribaltamento dei dati sul porta a porta dal 2021 ad oggi, Vladimiro Selva (Libera): “Avevano detto che era finito – ricorda – ora abbiamo perso 4 anni”. Parole che l'ex Segretario di Stato al Territorio, Stefano Canti bolla come strumentalizzazioni : “Il ribaltamento dei dati è dovuto principalmente ad una riduzione dei costi di gestione del trattamento dei rifiuti. Costi fino a poco tempo fa più alti del 30% rispetto all’Italia. Non vogliamo dirlo, questo? - la piccata replica, premettendo la sua posizione, nella passata legislatura, verso un sistema di raccolta stradale. Duro anche Matteo Casali (Rf) che parla di conclamato fallimento della precedente politica ambientale, rimarcando tuttavia come non debbano esistere maggioranza e opposizione perché il tema riguarda il Paese. Per Emanuele Santi (Rete), altro nodo di un servizio che costa tanto è “la mancanza di accordi per smaltire fuori confine ciò che separiamo”.

Input che accoglie il Segretario di Stato Matteo Ciacci: “La strategia va dunque condivisa” – chiosa – si deve partire dallo status quo, raccontare alla cittadinanza dove va a finire il rifiuto, e capire che senza accordi perdiamo parte della spinta propulsiva sulla differenziata”.





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