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I giochi tornano protagonisti in Aula

10 nov 2009
I giochi tornano protagonisti in Aula
I giochi tornano protagonisti del confronto politico con la mozione di Sinistra Unita che chiedeva un dibattito consiliare sulla gestione della Giochi del Titano, affiancata al decreto delegato che modifica la disciplina del settore. 34 le richieste di parola.
La mozione risale a diversi mesi fa. Nel frattempo è stato rimosso il vecchio direttore della Giochi del Titano ed è stato annullato il contratto con la Novomatic. Due scelte che Alessandro Rossi ha subito precisato di condividere, sollevando invece dubbi sull’attinenza piena del decreto al programma di Governo. “I rumors sulla nuova destinazione della Giochi del Titano - ha detto - rendono difficile per il Patto sostenere che la situazione rimarrà inalterata per tutta la legislatura”.
“La scelta della maggioranza – gli ha risposto il Segretario alle Finanze – è chiarissima”. No alla casa da gioco, grande attenzione ai giochi. “Questo – ha sottolineato Gatti – non è il settore su cui si può basare lo sviluppo economico di San Marino”. Il Governo anticipa regole per i giochi on line e per quelli nei bar. “Ci preoccupano” ha detto Gatti. “Per il resto – ha rimarcato – nessuna variazione di rotta. Non verranno aumentate le sedi, non ci sarà alcuna casinò elettronico”. Ci siamo adeguati alla nuova normativa italiana che ha completamente cambiato il settore. L’alternativa è chiedere la Giochi del Titano”.
Ad oggi i giochi garantiscono alle casse dello Stato una entrata di 15 milioni di euro. Lo scorso anno furono 18. Nel 2007 gli introiti arrivarono a 20 milioni.
Per il capogruppo del Psd, sostenendo che si tratta di una scelta commerciale e non politica, si arriva a legittimare anche il casinò. Il decreto non contempla solo macchinette ma anche intrattenimento e divertimento. “Qual è - chiede Felici - la differenza con la casa da gioco?”
Gli risponde Alberto Selva. “Cosa pensa Ap dei giochi? In quest’aula lo sanno anche i muri” ha detto. Il programma di Governo dedica a questo tema appena sei righe per dire no a casinò e sale da gioco. “Il decreto - afferma Selva - è un fatto commerciale. Se si vuole rimanere sul mercato bisogna adeguarsi”.
Sul fronte opposto Pier Marino Mularoni. “Se da 1.500 metri si passa a 6.000 - ha detto - non è adeguamento ma ampliamento”. Il consigliere dei DdC invita a non creare ulteriori criticità con l’Italia. “Prima di fare investimenti in milioni di euro - ha rimarcato - dobbiamo avere delle certezze”. Intanto il presidente Usot chiede al Congresso di Stato di spostare da Rovereta in Città la sala della Giochi del Titano. “Non si tratta - sottolinea Paolo Rossi - solo di una entrata certa per lo Stato ma anche di un importante elemento di attrazione turistica”.

Sonia Tura

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