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La giustizia resta al centro del dibattito della politica italiana

10 mag 2011
Dopo i magistrati, Silvio Berlusconi a testa bassa contro la sinistra: se fosse al potere saremo tutti meno liberi, dice il presidente del Consiglio che per la campagna elettorale per le amministrative “scopre” internet e Youtube. Per Berlusconi, la sinistra reintrodurrebbe l'Ici, raddoppierebbe le tasse su Bot e Cct, lancerebbe una patrimoniale ai danni delle famiglie, consentirebbe intercettazioni a tappeto, lascerebbe le frontiere spalancate agli immigrati per farli votare entro 5 anni. Per fortuna, spiega, la sua maggioranza è più coesa dopo “il tentativo fallito di Fini e delle sinistre di rovesciare il Governo”. E, mentre Bossi esce allo scoperto rivendicando di avere con la Lega “quasi in mano il Paese” e di “condizionare” Berlusconi, il premier prende ad esempio il proscioglimento di Claudio Scajola sulla vicenda della casa al Colosseo per ribadire che riformare la Giustizia è indispensabile. Perché, sostiene, “processi sommari e fughe di notizie sono un metodo indegno della democrazia”. Dura la reazione dell’opposizione. “Una commissione per indagare sui pm una è cosa mai vista in nessuna democrazia del mondo”, sbotta Gianfranco Fini, che lancia un monito: “nemmeno il Parlamento può violare la Costituzione, a cui le leggi devono essere conformi”. E in ogni caso la legge vale per tutti, anche per Berlusconi. Il centrosinistra accusa il premier di “invadere” le televisioni, con Bersani del Pd a dire: "Io parlo di lavoro e lui di processi, io di precariato e lui delle leggi per sé”. E per Di Pietro Berlusconi “si comporta come un raìs arabo”.

Francesco Bongarrà

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