“Una manovra da 20 miliardi aggiuntivi per il 2012 e di 25 per il 2013 – ha annunciato Berlusconi - nella quale, oltre a 8 miliardi e mezzo di tagli alla politica, ci saranno più di 9 miliardi di tagli ai trasferimenti verso regioni, province e comuni. Ma per arrivare a traguardo, - ha aggiunto il premier - “aggrediremo anche i costi della politica” con “14-15 misure”. Vi saranno, infatti, “tagli ai ministeri per 6 miliardi nel 2012 e per 2 e mezzo nel 2013”. Il Cavaliere ha anche confermato che ci sarà una “imposta di solidarietà”, vale a dire un prelievo del 5-10% sui redditi privati superiori ai 90mila euro. A prendere la parola è stato quindi il ministro dell’economia Tremonti: dopo aver annunciato di voler anticipare il federalismo fiscale, ha spiegato nel dettaglio la sforbiciata che interesserà gli enti locali. Un taglio dei trasferimenti di 6 miliardi nel 2012 e di 3 e mezzo nel 2013. Con un'unica consolazione: la sanità esclusa. Immediate le contestazioni. Il governatore lombardo Formigoni ha parlato di tagli "pesantissimi"; mentre le Province bocciano la nuova manovra come “iniqua e depressiva” per l’economia. Il sindaco di Roma Alemanno ha detto che contro i tagli, i Comuni sono pronti a “mobilitarsi”. Intanto, dal fronte delle opposizioni la richiesta, insistente, è sempre la stessa: misure concrete ed eque. Resta poi lo scoglio delle pensioni in seno alla maggioranza, considerate la vera emergenza.
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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