Salvo sorprese la fiducia della Camera dei Deputati arriverà in prima serata. La maggioranza a sostegno del Governo Gentiloni è ampia a Montecitorio. Meno scontato l'esito del voto di domani al Senato dove servono almeno 158 “Sì” e sulla carta il nuovo esecutivo, dopo la defezione dei Verdiniani di “Ala”, ne avrebbe 160, quindi appena due in più. Il neo-premier ha indicato tra le priorità immediate il sostegno alle popolazioni terremotate per la ricostruzione, il rafforzamento della ripresa economica, il sud, il pressing sull'Unione Europea per la condivisione della questione immigrazione, senza tuttavia fare i “guastafeste” a Bruxelles. Sulla legge elettorale Gentiloni ha garantito che il governo 'non sarà protagonista' e 'faciliterà l'intesa'. Sulla “durata” il neo-premier non ha posto limiti e ha detto che il Governo resterà fino a quando avrà la fiducia. L'orizzonte virtuale, quindi, potrebbe essere anche la fine naturale della legislatura nel febbraio 2018, ma appare molto piu' probabile che l'Italia vada alle urne già entro l'estate, dopo l'annunciato Congresso del Pd. Anche se resta la grande variabile della nuova legge elettorale la cui approvazione nei prossimi mesi è tutt'altro che scontata.
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