Politica italiana, tutto fermo per la formazione del nuovo governo. Si attendono la direzione del Pd convocata tra 7 giorni, ma anche le elezioni in Friuli Venezia Giulia di domenica.
Matteo Salvini non romperà la coalizione di centrodestra e non mollerà Silvio Berlusconi. “Non faccio come Renzi o Di Maio – dice il leader leghista dal Friuli, dove sta concludendo la campagna elettorale in vista del voto di domenica – non cambio idea ogni quarto d'ora, alle elezioni mi presento con una squadra e con quella vado avanti”. Ma, stando alle parole del leader 5Stelle Luigi Di Maio, ogni posizione è ormai inutile, poiché “Salvini si è condannato alla irrilevanza” queste le parole usate un paio di giorni fa, mentre dopo l'incontro col presidente della Camera Fico aveva detto “la Lega ha deciso di rimanere lontano dal governo”, fino ad aprire incredibilmente anche all'odiato, fino a ieri, Matteo Renzi. “Si siederà al tavolo con noi – ha detto Di Maio – Martina è d'accordo”.
In realtà, stando ai mormorii provenienti dalla base Pd, l'idea di stringere un accordo coi 5Stelle è tutt'altro che ben vista, anche il capogruppo al Senato Marcucci si dice contrario. Deciderà la direzione, convocata tra ben 7 giorni, il 3 maggio: nessuno sembra aver fretta di dare una risposta definitiva, nonostante siano passati quasi 2 mesi dal voto.
Anche il forzista Antonio Tajani, all'idea di un governo Pd-M5S è critico: “Non hanno fatto altro che combattersi, per tutta la legislatura il M5S ha fatto la guerra al Pd, ora vuole starci insieme, prima voleva mettersi con la Lega. Insomma, 'Franza o Spagna, purché se magna'”, ha concluso.
Francesca Biliotti
Matteo Salvini non romperà la coalizione di centrodestra e non mollerà Silvio Berlusconi. “Non faccio come Renzi o Di Maio – dice il leader leghista dal Friuli, dove sta concludendo la campagna elettorale in vista del voto di domenica – non cambio idea ogni quarto d'ora, alle elezioni mi presento con una squadra e con quella vado avanti”. Ma, stando alle parole del leader 5Stelle Luigi Di Maio, ogni posizione è ormai inutile, poiché “Salvini si è condannato alla irrilevanza” queste le parole usate un paio di giorni fa, mentre dopo l'incontro col presidente della Camera Fico aveva detto “la Lega ha deciso di rimanere lontano dal governo”, fino ad aprire incredibilmente anche all'odiato, fino a ieri, Matteo Renzi. “Si siederà al tavolo con noi – ha detto Di Maio – Martina è d'accordo”.
In realtà, stando ai mormorii provenienti dalla base Pd, l'idea di stringere un accordo coi 5Stelle è tutt'altro che ben vista, anche il capogruppo al Senato Marcucci si dice contrario. Deciderà la direzione, convocata tra ben 7 giorni, il 3 maggio: nessuno sembra aver fretta di dare una risposta definitiva, nonostante siano passati quasi 2 mesi dal voto.
Anche il forzista Antonio Tajani, all'idea di un governo Pd-M5S è critico: “Non hanno fatto altro che combattersi, per tutta la legislatura il M5S ha fatto la guerra al Pd, ora vuole starci insieme, prima voleva mettersi con la Lega. Insomma, 'Franza o Spagna, purché se magna'”, ha concluso.
Francesca Biliotti
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