Il governo intanto si interroga sull’azione di politica estera e sul perché l’Italia non voglia firmare gli accordi ormai parafati da due mesi. “Abbiamo la coscienza a posto” - ribadiscono i segretari di stato - per il lavoro svolto che ha prodotto risultati positivi a livello internazionale. L’unica a non essersene accorta è l’Italia. O meglio una piccola parte”. Il Congresso intende proseguire l’azione diplomatica, ma il livello dei rapporti è a un livello tale da meritare una riflessione da ambo le parti. San Marino è comunque intenzionato a fare delle correzioni in politica estera, se occorre. La mancata firma degli accordi provoca disagi per i sammarinesi, a iniziare dal blocco dei pagamenti per le banche inserite nel circuito Iccrea. Per questo l’Esecutivo ha predisposto, con il supporto di Banca Centrale, una linea di aiuto alle banche che dovranno cambiare sistema di pagamenti, magari rivolgendosi a quelli internazionali come il circuito Key Client. Altro punto: lo scudo fiscale. Il governo attende i numeri di novembre, ma ritiene di essere in grado di sopportare l’uscita dei capitali: “In fondo – dice - è il terzo che stiamo affrontando”.
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