“La coalizione di governo ha collezionato, nell’ultimo Consiglio, tutta una serie di bocciature. Il problema non è numerico, bensì politico”. Gli esponenti dell’opposizione ripercorrono le cadute della Maggioranza: sul giusto processo, in comma comunicazioni, il segretario Foschi è stato lasciato solo, ha ritirato la sua legge perché il Congresso ne ha adottata un’altra. “Scopriamo – dice Marco Arzilli – che non è colpa delle opposizioni, bensì motivo di verifica all’interno della Maggioranza”. Glauco Sansovini si meraviglia di un governo in minoranza sulle due istanze d’arengo, riguardanti temi prettamente sociali “ed è un governo di sinistra! – esclama – finirà che costruiremo delle moschee”. La crisi della maggioranza scoperchiata anche dalla legge sulla commissione per le politiche territoriali. Romeo Morri ricorda la decisione della Reggenza, su forte sollecitazione del Congresso di Stato, di dichiarare negativo il voto in parità su un emendamento, arrivando ad una approvazione forzata del progetto di legge. Il tema della scuola e la riorganizzazione dell’Iss, per Pasquale Valentini, hanno evidenziato problemi di ordine politico: nel primo caso non si è arrivati alla votazione sulla relazione, anzi è stato proprio un ordine del giorno democristiano ad essere adottato. Nel secondo si sbandiera l’autonomia dell’Istituto sicurezza sociale ma nell’atto organizzativo l’individuazione dei responsabili va fatta previa autorizzazione del Congresso, mentre l’Autority viene continuamente inclusa negli organismi di gestione, quando di fatto è organo di controllo e superpartes. La conclusione, per il gruppo di coordinamento che lavora alla creazione di una alternativa alla Maggioranza, è un governo politico forte, che significa solo una cosa: elezioni.
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