Sull'Europa l'Aula trova l'unanimità. Non era scontato, si partiva da posizioni distanti. La politica dà prova di maturità e superando posizioni di parte invia un messaggio di compattezza fondamentale su un tema vitale per il futuro del Paese. Le premesse, però, non erano delle migliori. Il dibattito si era chiuso con la presentazione di due ordini del giorno. Da una parte la maggioranza che dava al Segretario Renzi il mandato del Consiglio a proseguire il negoziato con l'Unione Europea aggiornando costantemente la commissione Affari Esteri. Dall'altra l'opposizione, che puntava sul coinvolgimento di tutti gruppi consiliari, chiedendo l'impegno a condividere “tutto il materiale di studi, comprensivo della valutazione delle difficoltà di atti e direttive, e dove possibile anche eventuali ipotesi di adattamento”.
Consapevole degli effetti di un parlamento spaccato, su suggerimento di Pasquale Valentini e Alessandro Mancini, l'Aula sospendeva il comma rinviando il voto per condividere il testo. Dopo un approfondito e non facile confronto, prevale la ragion politica. L'odg condiviso impegna il Congresso e in particolare il Segretario Renzi a confrontare con i Gruppi consiliari il materiale di sintesi relativo ai punti fondamentali dell'accordo e all'individuazione delle principali linee rosse. Confronto che avverrà anche in Consiglio per giungere ad una deliberazione la più condivisa possibile e “come condizione fortemente auspicabile – si legge – per un'eventuale parafatura dell'accordo”.
Si evidenziano, fra le altre cose, la necessità di risolvere la problematica legata al T2 e di assicurare l'accesso al mercato unico dei servizi bancari e agli strumenti di protezione e garanzia della stabilità finanziaria. Grande la soddisfazione delle forze di opposizione espressa in Aula e ribadita in una nota. Rete avrebbe preferito si evitasse l'apprezzamento alla Segreteria Esteri ma a farle sottoscrivere l'ordine del giorno – spiega Elena Tonnini – l'aver subordinato qualsiasi definizione di una trattativa con l'Europa ad un percorso di confronto, concordando le principali linee di indirizzo con forze politiche, associazioni di categoria e sindacati, per il maggiore coinvolgimento possibile. “Non poteva rimanere un governo né tanto meno un uomo solo – scrive l'opposizione - a disporne”. In aula anche la soddisfazione, per la maggioranza, di Luca Santolini. “Importante – dice - che sia passato un messaggio di unità”.