Il raddoppio del contributo per la mensa scolastica venne giustificato dal governo con l’esigenza di mantenere elevata la qualità del servizio. Nonostante le proteste l’aumento venne accettato dai più per questa ragione, nel timore che altrimenti non vi fosse più la stessa attenzione alla qualità degli alimenti e della loro preparazione. Ricordo comunque che l’aumento fu indiscriminato, non tenne in considerazione le famiglie con più bambini a scuola o con difficoltà perché magari con situazioni di cassa integrazione o mobilità, se non addirittura di disoccupazione. Ora, con la bocciatura in Consiglio dell’Istanza d’Arengo che chiedeva che tutti i pasti erogati agli alunni venissero preparati direttamente all’interno dei plessi scolastici, il governo rende nuova regola ciò che finora era l’eccezione e da il via libera alla progressiva sostituzione delle cucine interne con servizi di catering. Già un nido pubblico (ad Acquaviva) è servito dal catering, lo stesso che rifornisce anche l’unico nido privato.
La cucina interna è sicuramente più costosa, ma garantisce una qualità del cibo chiaramente superiore. Vi è la certezza dell’utilizzo di alimenti di produzione locale e, dove possibile, biologici, e tutti preferiscono l’odore, il gusto, la consistenza del cibo preparato e subito messo in tavola. La cucina interna costituisce inoltre un’occasione educativa per i bambini, che, con le dovute attenzioni alla loro sicurezza, possono sperimentarvi la manipolazione e trasformazione del cibo, utilizzarlo come veicolo di altri apprendimenti. Senza cucina interna diminuisce su più aspetti la qualità del servizio e viene fatta un’equiparazione al ribasso con le strutture private. Nessuna di queste ha una cucina interna, nonostante con l’accreditamento il governo paga oltre 500 euro al mese per bambino frequentante il nido privato e poco meno per ogni bambino frequentante uno Spazio bimbi. Dopo il raddoppio dei costi si prepara ad arrivare, per tutti, il catering.
Vanessa Muratori
La cucina interna è sicuramente più costosa, ma garantisce una qualità del cibo chiaramente superiore. Vi è la certezza dell’utilizzo di alimenti di produzione locale e, dove possibile, biologici, e tutti preferiscono l’odore, il gusto, la consistenza del cibo preparato e subito messo in tavola. La cucina interna costituisce inoltre un’occasione educativa per i bambini, che, con le dovute attenzioni alla loro sicurezza, possono sperimentarvi la manipolazione e trasformazione del cibo, utilizzarlo come veicolo di altri apprendimenti. Senza cucina interna diminuisce su più aspetti la qualità del servizio e viene fatta un’equiparazione al ribasso con le strutture private. Nessuna di queste ha una cucina interna, nonostante con l’accreditamento il governo paga oltre 500 euro al mese per bambino frequentante il nido privato e poco meno per ogni bambino frequentante uno Spazio bimbi. Dopo il raddoppio dei costi si prepara ad arrivare, per tutti, il catering.
Vanessa Muratori
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