Per il Capogruppo dell'UPR, Giovanni Lonfernini, l'accordo tra DC e PSD certifica la fine dell'esperienza del Patto Per San Marino. “I due partiti - afferma - sanno che la legge elettorale non apre la porta ad allargamenti in corso d'opera, soprattutto se non condivisi dall'intera coalizione. Si entra – aggiunge - in una fase di instabilità politica che non sarà mitigata dal soccorso "rosso" in consiglio”. Lonfernini ricorda che nel recente confronto con Alleanza Popolare il suo partito aveva proposto di utilizzare al meglio questa parte finale di legislatura fissando alcuni interventi urgenti. “Siamo in emergenza – conclude e la situazione che va profilandosi non depone verso scenari salvifici." Gian Nicola Berti, si limita a riconoscere la collaborazione dei partiti di opposizione, su alcuni passaggi importanti per il paese. “Il PSD – dichiara - ha dimostrato di essere il più responsabile”. Il consigliere di Noi Sammarinesi precisa mette l'accento su quella che definisce la questione morale e afferma che per le coalizioni contano i programmi e le persone che dovranno portarli avanti “e questo – aggiunge vale per gli attuali alleati del patto e per chi dovrà andare ad allargare la coalizione”. Ivan Foschi lo bolla come un atto di restaurazione, un ritorno al passato in un momento in cui invece il Paese avrebbe bisogno di una svolta, di un cambiamento radicale. “Non vedo nulla di nuovo in questa operazione – dichiara – se non la logica della spartizione del potere”. Il capogruppo di Sinistra Unita denuncia l'assenza di un programma e ricorda come il PSD ne avesse uno alternativo alla DC “pur di andare al governo – aggiunge – mi sembrano disposti a tutto, ma questo sarà un grosso danno per il Paese”.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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