SMtv San Marino, in acronimo SMtv, è la concessionaria pubblica del servizio radiotelevisivo statale della Repubblica di San Marino. SMtv San Marino svolge, da oltre 20 anni, un ruolo centrale nel nostro sistema di informazione. In altre realtà il tema dell’informazione pubblica ha spesso prodotto dibattiti incandescenti sull’equilibrio e sulla reale autonomia delle emittenti televisive pubbliche rispetto alla politica. Da parte nostra non vi è la volontà di aprire chissà quale tipo di polemica ma, alcuni episodi degli ultimi giorni, non ci possono lasciare indifferenti. Qualcuno oserà immediatamente ribatterci ricordandoci che la Presidenza della Commissione di Vigilanza è, di prassi, attribuita alle forze di opposizione seguendo un’ottica di controllo e di garanzia. Ma, si sa bene, che i poteri di questa Commissione sono limitati e datati. Veniamo ai fatti. Si può parlare di equilibrio nel servizio radiotelevisivo pubblico quando l’attuale Consiglio di Amministrazione è composto ininterrottamente – dalle elezioni del novembre 2012 - dai rappresentanti delle sole forze di maggioranza (PSD, NS e PDCS)? Sono mesi che, anche sulla base di un accordo raggiunto in Ufficio di Presidenza tra maggioranza ed opposizione proprio per riequilibrare gli assetti nei vari organismi, si attendono le dimissioni di un membro di maggioranza da questo Consiglio di Amministrazione. Organismo che, lo ricordiamo, non ha solo poteri meramente gestionali o amministrativi. Lo Statuto di SMtv San Marino conferisce, al CdA, con l’articolo 23 precisi poteri. In particolare: “c) formulare, semestralmente, su proposta del Direttore Generale, le linee della programmazione radiofonica e televisiva tenendo conto delle finalità del Servizio indicate all’Art. 9 dell’atto di concessione; approvare, in coerenza con tali linee e su proposta dello stesso Direttore Generale, i piani di massima delle trasmissioni; esaminare la rispondenza dei programmi trasmessi alle proprie direttive; inviare ai Soci e alla Commissione di Vigilanza una relazione annuale sui programmi trasmessi; d) verificare l’imparzialità e la completezza delle informazioni con riferimento agli indirizzi formulati dalla Commissione di Vigilanza di cui alla Legge 27 Aprile 1989 n. 41 nonché assicurare il rispetto di tali indirizzi e più in generale delle disposizioni contenute nell’art. 16 della Legge citata; e) indicare le linee generali dell’assetto organizzativo e della politica contrattuale. Nominare i Dirigenti, su proposta del Direttore Generale e dettare norme per l’assunzione e la gestione del personale; f) elaborare gli indirizzi culturali ed editoriali della Società, affidati per l’attuazione al Direttore Generale; g) esprimere direttive per la raccolta e la gestione della pubblicità;” Di fronte a questi poteri si può parlare di equilibrio nel servizio pubblico quando poi il Presidente del Consiglio di Amministrazione è fresco di nomina nella Direzione del partito politico che lo ha anche designato in questo prestigio incarico? E’ sostenibile questo “doppio ruolo”?. In passato chi assumeva questi incarichi e – nel contempo chi li designava – aveva almeno il decoro, l’intelligenza e, soprattutto, il buongusto di tenere dei minimi spazi di autonomia. In altre realtà, infatti, proprio per marcare questo principio, sono stati elaborati ed adottati appositi codici deontologici. Sarebbe bene che, anche in questo delicato settore, si mettesse mano. Ma tantè. In attesa di capire quelle che saranno le posizioni degli organismi competenti le forze di Intesa Per il Paese valuteranno come poter affrontare questa situazione attivando ogni iniziativa possibile.
Partito Socialista
Unione Per la Repubblica
Partito Socialista
Unione Per la Repubblica
Riproduzione riservata ©