Aborto legale, non più reato penalmente perseguibile: “un piccolo passo di civiltà”. E' la premessa alle 5 istanze – a firmarle in calce sono tutte donne - sulla interruzione volontaria della gravidanza. Alla base le stesse motivazioni: “riaprire un dibattito – scrivono - sinora portato avanti con un approccio ideologico, posizioni di chiusura, senza porsi dal punto di vista delle persone che e delle loro concrete situazioni di vita.
5 testi, con 5 declinazioni e 5 casi in cui, secondo le proponenti, la legge dovrebbe fare un passo indietro, considerando le condizioni particolari della donna o del feto.
Si parte dalla salute della donna, chiedendo aborto legale e sicuro nei casi in cui la gravidanza comporti il peggioramento di condizioni patologiche fino al caso estremo del mettere a repentaglio la vita stessa della donna.
Ancora, il caso del concepimento a seguito di violenza sessuale subita: “una legge ignobile” scrivono, perché andrebbe ad aggiungere alla violenza già subito, “un'altra violenza ugualmente terribile nel costringerle a una maternità indesiderata”.
Poi, l'età della donna, per cui si chiede aborto legale per ragazze minorenni, richiamando l'educazione sessuale, per prevenire concepimenti dovuti a errori o inconsapevolezza. “Una legge odiosa – scrivono – quella che costringe alla maternità. che è accoglienza dell'altro, donne giovanissime, immature e non autonome.
Una quarta istanza guarda alla salute donne come legata a quella del feto, aprendo il dibattito sul cosiddetto aborto terapeutico e sul concetto di qualità della vita. Si chiede la depenalizzazione della interruzione volontaria di gravidanza quando il feto sia affetto da malformazioni o patologie. “La maternità – scrivono – non deve essere una imposizione, ma una scelta consapevole e in questi casi va supportata, non obbligata”. Aborto legale e sicuro, infine, anche per le donne che versino in situazioni di emarginazione o disagio sociale, per le quali – scrivono – una gravidanza forzata potrebbe aggravare la già esistente fragilità”.
5 testi, con 5 declinazioni e 5 casi in cui, secondo le proponenti, la legge dovrebbe fare un passo indietro, considerando le condizioni particolari della donna o del feto.
Si parte dalla salute della donna, chiedendo aborto legale e sicuro nei casi in cui la gravidanza comporti il peggioramento di condizioni patologiche fino al caso estremo del mettere a repentaglio la vita stessa della donna.
Ancora, il caso del concepimento a seguito di violenza sessuale subita: “una legge ignobile” scrivono, perché andrebbe ad aggiungere alla violenza già subito, “un'altra violenza ugualmente terribile nel costringerle a una maternità indesiderata”.
Poi, l'età della donna, per cui si chiede aborto legale per ragazze minorenni, richiamando l'educazione sessuale, per prevenire concepimenti dovuti a errori o inconsapevolezza. “Una legge odiosa – scrivono – quella che costringe alla maternità. che è accoglienza dell'altro, donne giovanissime, immature e non autonome.
Una quarta istanza guarda alla salute donne come legata a quella del feto, aprendo il dibattito sul cosiddetto aborto terapeutico e sul concetto di qualità della vita. Si chiede la depenalizzazione della interruzione volontaria di gravidanza quando il feto sia affetto da malformazioni o patologie. “La maternità – scrivono – non deve essere una imposizione, ma una scelta consapevole e in questi casi va supportata, non obbligata”. Aborto legale e sicuro, infine, anche per le donne che versino in situazioni di emarginazione o disagio sociale, per le quali – scrivono – una gravidanza forzata potrebbe aggravare la già esistente fragilità”.
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