Dopo il no della Lega alla partecipazione di aerei italiani ai bombardamenti in Libia è ancora tensione altissima nella maggioranza che sostiene il governo Berlusconi. Il presidente del Consiglio cerca il dialogo con Umberto Bossi, e con i suoi avrebbe ammesso di aver sbagliato non consultando preventivamente il Senatur sul via libera ai bombardamenti. A Berlusconi il presidente Napolitano ha chiesto di perseverare nel lavoro di ricucitura con il Carroccio per scongiurare una crisi di governo che, con la guerra in corso in Libia, sarebbe improponibile. Un lavoro difficile che passa anche per l'accordo con Giulio Tremonti, sotto attacco da frange del Pdl ma anche del Giornale. La soluzione a cui Berlusconi punta consiste nel far convergere i voti del Carroccio su una mozione parlamentare comune con il Pdl da votare il prossimo 3 maggio che sostanzialmente ricalchi le parole sulla missione del presidente Napolitano. Ma Bossi, che dapprima aveva aperto promettendo che “la Lega non farà saltare il governo”, torna sulle barricate: “Non facciamo passi indietro - sostiene - perché potrebbe capitare di tutto”. Il centrosinistra continua a puntare il dito sulle divisioni della maggioranza; tuttavia, l’opposizione non appare in grado di fare un fronte comune contro il governo. Dopo aver consentito con le sue assenze all’Esecutivo di incassare l’ok al documento di economia e finanza, Pd, Udc e Idv non riescono a trovare un accordo su una mozione unitaria che, attraendo i consensi della Lega, abbia gioco facile nel mettere in difficoltà la tenuta della maggioranza.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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