Berlusconi lavora ad un decreto per lo sviluppo ma senza Tremonti, su cui non si sopiscono le critiche delle Pdl. Il presidente del Consiglio lima il testo per stimolare la crescita dopo i tagli, pensa ad una cabina di regia economica a Palazzo Chigi e resta diffidente verso il ministro dell'economia, che incontra Bossi, da sempre il suo sostenitore più fedele. Giustizia e fisco restano per il premier le riforme prioritarie, da affiancare anche all'eliminazione dei certificati antimafia. Una sburocratizzazione, sostiene Brunetta, che rappresenta una "vitamina per la crescita". Ma oltre a Pd e Idv,che ricordano con sdegno come il rischio di infiltrazione mafiosa non sia per niente sopito, l'idea di Brunetta non piace proprio al ministro dell'Interno Maroni: "quella certificazione è indispensabile", chiude il Viminale. Intanto, nel Pdl qualcuno, come Formigoni e Frattini, inizia a parlare di voto anticipato dopo importanti riforme. Nel centrosinistra solo il Pd vorrebbe un governo di transizione che duri fino alla scadenza della legislatura. Udc e Italia dei Valori, invece, chiedono di votare subito. E mercoledì sarà ancora una volta battaglia di numeri alla Camera sulla sfiducia per il ministro Romano, che rischia il processo per concorso in associazione mafiosa. Se la lega fa sapere che, come per Milanese, si allineerà alla maggioranza, il centrodestra non sarebbe compattissimo: il segretario del Pri Francesco Nucara voterebbe la sfiducia, e per questo invita Romano a dimettersi prima.
Da Roma Francesco Bongarrà
Da Roma Francesco Bongarrà
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