Ultimissime battute per la riforma del mercato del lavoro. La riunione di oggi a Palazzo Chigi con le parti sociali serve alla “definitiva messa a punto del documento”. Sarà un disegno di legge di delega, che poi approderà in Parlamento.
Ma pesa come un macigno il veto della Cgil, che sulla riforma promette battaglia e conferma lo sciopero generale, destando preoccupazione nei vescovi. Pdl e Udc sostengono senza se e senza ma il governo, con il partito di Berlusconi che vorrebbe addirittura una riforma per decreto, con un percorso blindato che, però, non piace al presidente Napolitano.
“Non accetteremo una riformetta al ribasso”, sostiene Alfano, che già guarda alle elezioni del 2013 e replica alle critiche espresse anche dal Pd con un ultimatum che non piace per nulla ai democratici, i quali chiedono al Pdl “più umiltà”. Una divisione, quella nella maggioranza, attaccata dalla Lega, che con l’Idv tiene il punto sul proprio no alla riforma. In ogni caso, dopo il vertice di stasera la palla passa al Parlamento: lo puntualizza il ministro Passera, che invita a guardare la riforma “nel suo insieme”. E lo conferma la girandola di incontri al massimo livello che precedono la riunione di Palazzo Chigi: con Monti e il ministro Fornero che salgono al Quirinale ed il premier che pranza con il presidente della Camera Fini e si tiene in stretto contatto con il presidente del Senato Schifani.
L’obiettivo del premier, che sulla riforma incassa anche il placet dell’ambasciata americana e la prossima settimana sarà in Estremo oriente, è ottenere un esame parlamentare del testo che sia il più veloce possibile.
Da Roma Francesco Bongarrà
Ma pesa come un macigno il veto della Cgil, che sulla riforma promette battaglia e conferma lo sciopero generale, destando preoccupazione nei vescovi. Pdl e Udc sostengono senza se e senza ma il governo, con il partito di Berlusconi che vorrebbe addirittura una riforma per decreto, con un percorso blindato che, però, non piace al presidente Napolitano.
“Non accetteremo una riformetta al ribasso”, sostiene Alfano, che già guarda alle elezioni del 2013 e replica alle critiche espresse anche dal Pd con un ultimatum che non piace per nulla ai democratici, i quali chiedono al Pdl “più umiltà”. Una divisione, quella nella maggioranza, attaccata dalla Lega, che con l’Idv tiene il punto sul proprio no alla riforma. In ogni caso, dopo il vertice di stasera la palla passa al Parlamento: lo puntualizza il ministro Passera, che invita a guardare la riforma “nel suo insieme”. E lo conferma la girandola di incontri al massimo livello che precedono la riunione di Palazzo Chigi: con Monti e il ministro Fornero che salgono al Quirinale ed il premier che pranza con il presidente della Camera Fini e si tiene in stretto contatto con il presidente del Senato Schifani.
L’obiettivo del premier, che sulla riforma incassa anche il placet dell’ambasciata americana e la prossima settimana sarà in Estremo oriente, è ottenere un esame parlamentare del testo che sia il più veloce possibile.
Da Roma Francesco Bongarrà
Riproduzione riservata ©