Rete torna all'attacco sulla Lavanderia Sammarinese. Una cronistoria sull'ultimo anno di inadempienze dell'azienda con, sullo sfondo, la denuncia di un atteggiamento accondiscendente del Congresso di Stato e di altri Enti pubblici verso la ditta. Dalla segnalazione del marzo 2014 per scarichi abusivi, fino a settembre quando la licenza venne revocata dall'Ufficio industria, dopo che l'Ispettorato di Controllo aveva verificato il mancato adeguamento degli impianti di depurazione delle acque. Poi un controllo della Gendarmeria a gennaio 2015, di cui rete riporta i verbali: una sede attiva, sebbene operante in “strutture fatiscenti e costruite in parte su suolo demaniale”, segnalando anche come la ditta scaricasse “senza alcun depuratore i residui dei lavaggi nel torrente San Marino”. Da Rete un altro documento, secondo cui nell'ottobre 2014 il collegio tecnico della Commissione Tutela Ambientale rilasciava una autorizzazione a immettere scarichi nelle reti fognarie fino a fine 2015. A marzo, poi, la concessione di una nuova licenza, in base alla recente legge, che – dice Rete - prevede controlli ex post. Cita ancora segnalazioni dell'AASS che rilevano come dal 2013 si registrino cali importanti nei consumi di acqua da parte della lavanderia, che si avvarrebbe di prelievi da fonti esterne all'acquedotto. Mancati introiti per la stessa Azienda di Stato, chiamata anche a pagare una penale ad Hera. E' il segretario al territorio, Antonella Mularoni a replicare in maniera lapidaria: “Da anni l'azienda non rispetta la legge. Se non si metterà in regola entro l'anno, chiuderà definitivamente”.
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